I vicini di casa? Nel film con Zac Efron Cattivi vicini erano perfidi. Ma credi, non è affatto così: a volte possono essere davvero indispensabili. Per esempio, quando a Meryl Streep si è guastato il forno il Giorno del Ringraziamento, l'attrice ha chiesto in prestito quello della sua vicina di casa Gwyneth Paltrow. Ma anche Miley Cyrus e Ariana Grande sono diventate amiche solo dopo aver scoperto di vivere nello stesso quartiere. Pare che Miley abbia proposto alla sua vicina di collaborare insieme con un tweet. E ora, anche se vivono distanti, continuano ad essere amiche e colleghe.

«Un tempo il vicinato era costruito intorno al cortile da condividere», dice il professor Giampaolo Nuvolati, direttore del dipartimento di Sociologia
e Ricerca Sociale dell'Università degli studi di Milano Bicocca. «Ora, invece, i caseggiati sono vuoti e nei condomini c'è un turnover continuo di famiglie, coppie o single che passano da un appartamento all'altro». Ma questo cambiamento sociale non ha tolto importanza alle relazioni che si possono creare tra persone che vivono vicino. «Il motivo per cui ci si sposta con frequenza è dovuto al fatto che si vive di più in affitto, si cambia città per lavoro e c'è meno disponibilità di tempo da dedicare agli altri, però non manca il desiderio di socialità.

Così il vicinato si trasforma e nascono fenomeni come il cohousing, ossia gli alloggi privati con spazi da condividere», spiega Nuvolati. Non è un caso che nel cohousing la comunità che condivide gli ambienti come la cucina, la lavanderia, la biblioteca o la palestra si chiami vicinato elettivo, perché i vicini non sono solo quelli che trovi, ma anche quelli che frequenti già in fase di progettazione. «Così si accorciano i tempi per conoscersi e si evitano contrasti», aggiunge Nuvolati.

I VICINI DI CASA MIGLIORANO L'AUTOSTIMA

«Il motivo principale per cui si tende a evitare chi vive nell'appartamento accanto al tuo è la frenesia delle nostre vite», svela Marta Sala, psicologa, psicoterapeuta ipnotista e docente all'Università degli Studi di Milano Bicocca. D'altronde, quando torni a casa dopo una giornata piena d'impegni l'ultimo desiderio è scambiare due chiacchiere sul pianerottolo, e se poi i vicini sono anche invadenti, hai solo voglia di chiuderti la porta alle spalle e gettarti sul divano. «Pur delimitando i confini della privacy, dobbiamo imparare a essere più tolleranti nei confronti delle interferenze altrui. In fondo, andare d'accordo con chi abita nel tuo palazzo, anche se implica uno scambio di chiacchiere, significa pure avere un appoggio quando serve», spiega l'esperta. «Inoltre, aiuta la propria intraprendenza sociale. Quando abbatti i muri della diffidenza viene meno anche l'imbarazzo, metti in gioco e diventi più socievole», aggiunge Sala. «A volte per timidezza o per timore di non essere salutata resti incollata con lo sguardo sullo smartphone. La prossima volta che sei in ascensore con il vicino, guardalo negli occhi e salutalo. È un'azione che serve a mantenere un atteggiamento positivo nella vita di tutti i giorni di fronte agli ostacoli».

COSTRUISCI COSÌ LA TUA RETE

«Ciò che incide in modo positivo nei rapporti è l'omogeneità sociale e la stessa provenienza geografica. Ma oggi le comunità sono multietniche», spiega Sala. «D'altra parte, viaggiare insegna a superare le differenze culturali e aumenta l'apertura mentale anche nei confronti di chi vive accanto a te», suggerisce il professor Nuvolati. Un motivo in più per fare le valigie e visitare Paesi esotici. «Anche darsi al volontariato o convivere con altri coetanei migliora il tuo approccio con i vicini». Ma come favorire il dialogo quotidiano? «Evita i bigliettini anonimi, meglio parlare chiaro se c'è qualcosa che non va», dice la psicoterapeuta. «Offrire un caffè o una fetta di torta sono ottime scuse per affrontare l'argomento condividendo qualcosa di piacevole». Anche creare momenti conviviali è una buona soluzione per sviluppare una rete. I modi per organizzarsi sono tanti, dal creare un gruppo su whatsapp tra chi si conosce meglio all'ampliare la vita di quartiere attraverso forme sperimentali, come la community di www.vicinidicasa.org. «È fondamentale, tuttavia, uscire dalla dimensione virtuale e incontrarsi dal vivo. I social vanno bene, ma poi occorre scambiarsi un sorriso reale», conclude Sala. E allora via libera ai party!

I consigli delle Cosmogirls

«Quando ho comprato casa ero single e ho scelto quel palazzo perché abitato in prevalenza da uomini più o meno miei coetanei. Mi sono detta: se qui non trovo l'amore, almeno potrò contare sui viciniper dipingere casa. Be', non solo il mio dirimpettaio mi ha aiutato con il trasloco, ma ora stiamo insieme». Roberta, 30 anni

«Sapevo che nel mio condominio abita il responsabile delle risorse umane di un'agenzia di comunicazione, così quando il mio capo non mi ha rinnovato il contratto ho suonato alla sua porta e gli ho consegnato il curriculum. Abbiamo chiacchierato e dopo qualche settimana mi ha chiamata per un colloquio. Vedremo...». Martina 26 anni

«Il nostro condominio è noto nel quartiere come quello dei party perché d'inverno organizziamo feste nell'androne e d'estate i barbecue nel giardino comune. È il modo divertente che abbiamo escogitato per frequentarci e superare i piccoli disagi che si creano tra vicini, come i rumori dei bambini o il volume della tv troppo alto». Federica, 35 anni

«Con gli inquilini del mio palazzo abbiamo ideato un sistema di scambio simile alla banca del tempo: ciascuno di noi mette a disposizione degli altri le proprie abilità. Io per esempio do lezioni di un'ora di social media e in cambio ricevo una consulenza finanziaria della stessa durata dalla dirimpettaia». Ilaria, 32anni

«La mia vicina è di Los Angeles e grazie a lei ho potuto vivere 3 mesi negli Stati Uniti ospite della sua famiglia. Così con i soldi risparmiati ho fatto un corso di recitazione. Super!». Chiara, 28 anni

E se convivi con un inquilino? Scopri come andare d'accordo