Chi almeno una volta nella vita non ha desiderato avere il seguito di Chiara Ferragni? Della Carisi, del fenomeno mediatico Iconize, della giunonica Nima Benati? Di Candela Novembre, di Virginia Azzurra in arte "virgola" e l'elenco potrebbe continuare all'infinito! Bene, si è da poco concluso il primo evento italiano dedicato agli opinion leader della rete, Top Digital Influencer, andato in scena proprio a Milano negli Spazi Aròme, ideato da Aelle Press e logisticamente organizzato da Anna Frascisco.

Se ti sei persa l'appuntamento tra un'uscita con le amiche, un cambio smalto e la preparazione di una torta, tranquilla, è in programma una seconda e anche una terza edizione in varie location italiane.

Abbiamo fatto una vera e propria full immersion nel mondo "incantato" degli influencer e aspiranti tali che hanno deciso di mettere allo scoperto qualche carta e di dare delle linee guide e delle risposte a domande che spesso faticano a trovare la giusta collocazione. A presentare l'evento due madrine d'eccezione, Federica Fontana che ha condotto il talk della mattina e Simona Ventura, salita sul palco nel pomeriggio.

A Federica Fontana forte del suo blog RunFedeRun, divenuto uno stile di vita all'interno del quale raccontare e raccontarsi attraverso passioni comuni e sane abitudini, il compito di dialogare con Elenoire Casalegno, Alessandro Allevato, social media manager di Aldo Coppola e con il giornalista Gabriele Parpiglia, il tutto prima di dare il benvenuto alla giovane Virginia Azzurra, divenuta celebre su Instagram, grazie ai suoi disegni bidimensionali che saranno da gennaio progetto grafico sulle lattine del Caffè Vergnano.

Il consiglio da seguire? Usa i social con coerenza, sii sempre te stessa non dimenticando mai che non conta solo quanti followers hai ma che progetto c'è dietro la tua immagine, la tua pagina facebook.

Cosa evitare? Usali nel contesto giusto, sapendo di avere a che fare con una rappresentazione della nostra epoca, fanne un uso moderato provando magari a tenere il giusto distacco tra lavoro e vita privata.

«I social sono il tuo mezzo non il tuo fine. Sono un bel contenitore dove sei tu l'artefice dei contenuti che riverserai dentro, per cui non demonizzate un social perché ad agire sei sempre tu», consiglia Christian Contessa, direttore creativo di Aelle Press.

Fin troppo onesta l'ammissione di Alessandro Allevato, social media manager di Aldo Coppola: «Ai social guardiamo per prendere nuove idee», chiaro il punto di vista di Giorgio Bisi, responsabile marketing del brand di gioielli Nove25: «I social incrementano le nostre vendite e se un personaggio famoso indossa un nostro pezzo abbiamo fatto 13».

Abbiamo capito poi un'altra cosa, che si sapeva già ma sottolinearla male non fa e la parola in questo caso spetta a Edoardo Scogniamiglio, direttore creativo Combocut: «Per diventare un vero e proprio influencer occorre andare a coprire aree scoperte, come fece ai tempi Clio Make Up, la Ferragni, Candela Novembre. Imitare non serve».

Prima della pausa pranzo il congedo spetta a Elenoire Casalegno, diventata icona di uno stile molto rock e non sempre al passo con i dettami della moda: «Non mi interessa la moda, i capi che indosso devono rappresentarmi e devono parlare di me e per me. Sono a favore del progresso digitale: rende la comunicazione più semplice ma non deve sostituirsi alla vita reale. Annusarci e toccarci non potremo mai farlo davanti ad un pc. Ho una figlia adolescente e il linguaggio dei nativi digitali è il mio pane quotidiano».

Nel pomeriggio la scena è stata tutta di Simona Ventura, di Marco Ferrero, in arte Iconize, di Nima Benati e del #teamdivano diventati influencer senza rendersene forse neppure conto, grazie a foto e video che dalla realtà sono passati alla rete o anche ad un semplice gruppo d'ascolto condiviso durante una puntata di "XFactor" o "TheVoice".

L'epilogo è una riflessione filosofica firmata dal sociologo Franco Bolelli: «Di tutto questo grand dire andrebbe studiato l'aspetto antropologico: che un fenomeno come Facebook o Instagram sia in grado in così poco tempo di attirare milioni di persone è qualcosa che non può che essere studiato. Perché nuovo e perché testimonia come il pubblico da passivo sia diventato attivo. Deve parlare, deve partecipare... Viva Tutto, il libro scritto assieme a Jovanotti nasce da uno scambio di mail: ecco, questo per dire che tutti i fenomeni andrebbero studiati dal punto di vista umano».

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