Quando si avvicina la sessione degli esami, soprattutto quella estiva (o quella di settembre, ahhhh!) iniziano momenti di panico inenarrabile.

Dopo aver affrontato con tutta la nostra forza di volontà la tentazione di passare la giornata in piscina invece di stare a casa con 30 (milioni) di gradi, iniziamo a studiare, apriamo i libri e cominciamo. E questa è più o meno la routine delle giornate pre-esame: studio ossessivo-compulsivo, stesura meticolosa di schemi riassuntivi che non rileggeremo mai più, milioni di colori di evidenziatori.

Ma siamo sicure che questo sia il metodo più efficace?

Beh, forse non stiamo studiando nel modo giusto.

A suggerirlo è uno studio condotto da Patricia Chen, ricercatrice della prestigiosissima università americana Stanford, che avrebbe dimostrato che per avere voti più alti non serve rileggere mille volte gli appunti presi a lezione (ehm, quante volte lo abbiamo fatto?!).

Al contrario, Chen si concentra su un aspetto in genere trascurato del processo di apprendimento, chiamato metacognizione.

Di che cosa si tratta? Il concetto è molto semplice e viene definito dalla Vanderbilt University come "pensare al proprio pensiero", ma noi potremmo dirla anche come, studiare il proprio modo di studiare. Insomma, secondo la ricerca di Chen, pensare a fondo a come studiare, invece di tuffarci (letteralmente) in un mare di appunti, potrebbe essere molto più efficace dal punto di vista dell'apprendimento.

Nello studio di Chen, due settimane prima della sessione d'esami un gruppo di studenti ha ricevuto un questionario della durata di circa 15 minuti. Secondo la rivista Quartz, le domande erano pensate per far riflettere gli studenti sul loro modo di studiare e, più nello specifico, agli studenti in questione era chiesto quali domande si aspettavano durante l'esame, quali risorse messe a disposizione dall'università avrebbero usato per studiare (tra seminari, lezioni, libri, appunti, tutor privati e gruppi di studio) e perché ogni singola risorsa sarebbe stata utile.

In breve, il questionario invitava gli studenti a mettere in discussione il loro modo di prepararsi all'esame, invitandoli a organizzare un vero e proprio piano di battaglia per prepararsi, utilizzando tutte gli strumenti che avevano già a disposizione. Studiare lo studio, appunto, questo è il significato di metacognizione.

Il risultato della ricerca di Chen è stato un aumento dei voti per gli studenti che hanno adottato la metacognizione per studiare. I ragazzi che hanno riflettuto sul loro metodo di apprendimento hanno alzato i loro voti, passando, in media, da una B+ (i voti in lettere secondo la scala americana) a una A.

Come ha spiegato Chen a Quartz, "Troppo spesso gli studenti si lanciano nello studio senza riflettere e senza aver pensato strategicamente a quali risorse usare, al perché ha senso usarle e a come sfruttarle al meglio per apprendere efficacemente".

Il questionario creato da Chen ha aiutato gli studenti, ma la metacognizione, può essere messa in pratica efficacemente da tutti noi. Prima di iniziare a preparare gli esami quindi è più efficace prendersi del tempo per pianificare il nostro studio valutando tutte le risorse che abbiamo a disposizione. Magari finiremo pure per metterci meno tempo e potremo lanciarci meritatamente in piscina a fine giornata!