Dopo aver letto vari articoli online e sui giornali ti stai chiedendo che cosa è l'analfabetismo funzionale, e cos'avrebbe di diverso dall'analfabetismo tout court? Quello, per intenderci, che riguarda le persone che non sanno né leggere né scrivere? Se sei andata a cercare il termine su Google sarai anche tu approdata su Wikipedia che scrive così:

Con il termine analfabetismo funzionale si intende l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana.

Detto in parole ancora più semplici, un analfabeta funzionale sa leggere e scrivere, ma non capisce.

L'analfabetismo funzionale, infatti, è un concetto che sociologi e linguisti studiano da diverso tempo per misurare l'evoluzione intellettuale di una popolazione e il suo grado di consapevolezza e istruzione in un senso più ampio del termine. Un aspetto di cui si è a lungo occupato Tullio De Mauro, il più famoso linguista italiano (è stato anche Ministro della pubblica istruzione) mancato all'inizio del 2017. Secondo lo studioso, più del 50% degli italiani si informa, vota e lavora (o non fa niente di ciò) sfruttando solo capacità di analisi elementari. Insufficienti, quindi, per capire concetti complicati come la crisi economica, i conflitti, la politica nazionale o internazionale, ma anche per i collegamenti necessari a cogliere il senso di un fatto quotidiano un po' complesso.

La cattiva notizia è che in Italia questo fenomeno riguarderebbe addirittura il 70% delle persone, se non di più. Lo spiega un articolo approfondito sull'argomento apparso su LaStampa.it. Moltissimi italiani, dunque, sanno leggere perfettamente, gestiscono con abilità i loro smartphone, sono attivi sui social e magari prodighi di condivisioni e di like, ma di fronte alla complessità della realtà di tutti i giorni restano confusi e, alla fine, colgono solo qualche sprazzo di informazione, del tutto incapaci di organizzarli in un pensiero compiuto. Ecco perché tante notizie fake sono credute vere, verrebbe da dire... Perché, dicono i sociologi, viviamo in una società più emozionale che razionale: più di 200 parole confondono, mentre con un solo un emoji si ha la sensazione di aver espresso un parere fondamentale.

Ma da dove vengono questi dati così allarmanti?

E come si calcola il grado di analfabetismo funzionale di un'intera popolazione? Esistono diversi istituti internazionali di ricerca che se ne occupano. Il più noto si chiama Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd), un ente che collabora con l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Nel suo Programme for the International Assessment of Adult Competencies (Piaac), i livelli di comprensione negli adulti di diversi Paesi sono stati calcolati in base a un punteggio ottenuto attraverso dei test che includevano una serie di domande su vari aspetti della vita quotidiana, il lavoro, le eventuali letture, quanto spesso si scrive, l'utilizzo di biblioteche pubbliche o la frequentazione di librerie ecc.

Quindi, i ricercatori hanno elaborato i risultati ottenuti attribuendo loro un punteggio da 0 a 500 e determinando 5 livelli crescenti di alfabetismo funzionale. In pratica, da 0 a 175 non si è nemmeno classificati, mentre la soglia per rientrare tra i cittadini attivi, capaci e consapevoli è oltre i 276 punti, ovvero il livello 3. Ebbene, la media italiana è di 250 (livello 2), il che tradotto in percentuali significa che, appunto, un abbondante 70% è "bocciato".

Come se la cava quanto a istruzione & Co. il resto del mondo?

L'Italia purtroppo è tra le meno alfabetizzate funzionali del globo (con la Spagna e il Messico), ma il resto del mondo? La media nei Paesi dell'Ocse si assesta sul 48%. I Paesi più virtuosi, e al di sopra della media, sono Giappone, Olanda, Svezia, Finlandia, Norvegia, Estonia e Australia. Ma tra quelli con difficoltà analoghe alle nostre, sebbene non così gravi, troviamo a sorpresa anche la Germania (51% sotto il livello 3), la Francia (57%) e la Spagna (67%).

E l'Istat dice che il 20% degli italiani non va mai al cinema (e a ballare!)

I risultati sconfortanti del report sono confermati in qualche modo anche dagli ultimi dati dell'Istat: il 18,6% degli italiani nel 2016 non ha mai letto un libro o un giornale, non ha messo piede una sola volta al cinema, a teatro o a un concerto e non è nemmeno andato a ballare o allo stadio! La sua unica fonte di divertimento e informazioni è stata la televisione. Insomma, lo zoccolo duro di quei 70% e oltre di analfabeti funzionali. Che, a quanto pare, fanno davvero una vita noiosissima! Se la statistica non mente, ciascuna di noi ne conosce almeno 7. Ragazze, se proprio non avete voglia di leggere un libro (peccato, però), almeno qualche volta andate in discoteca!

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