Hillary Clinton, candidata democratica e grande favorita a diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti, ha suscitato grande emozione in tv con un discorso molto appassionato, e imprevisto, in difesa della legge sull'aborto. Ma cosa è successo? E come mai un tema che in Italia non viene quasi mai citato dai politici, quasi fosse un tabù (o qualcosa di disdicevole, capace di far crollare gli indici di gradimento), in America diventa invece un argomento forte nell'ambito di una campagna elettorale per la più alta carica dello Stato? 

Per capirlo occorre sapere innanzitutto che anche negli Usa come in Italia il diritto della donna a una procreazione consapevole è a rischio, sebbene in modo differente. Se da noi il concepimento è rimesso alla libera determinazione della donna grazie alla legge 194, negli Usa  ha il suo caposaldo nella sentenza della Corte Suprema Roe vs. Wade che nel 1973 ha dichiarato incostituzionale una legge del Texas che vietava l'aborto. Ebbene, questo principio giuridico è oggi sotto attacco da parte di diversi governatori locali. Iniziative appoggiate del resto dal candidato repubblicano Donald Trump, noto per le sue dichiarazioni sessiste e misogene (in una delle più recenti ha sostenuto in tv che "l'unica carta vincente di Hillary Clinton sarebbe quella di essere una donna, ma alle donne invece non piace", peccato che dietro di lui è stata inquadrata la moglie del governatore repubblicano Chris Christie, suo sostenitore, che alzava gli occhi al cielo, come sottolineato dall'Huffington Post). L'aborto, o meglio la libertà di scegliere una procreazione consapevole, insomma, è un tema caldo, anzi caldissimo nell'attuale dibattito politico elettorale americano.

Hillary Clinton, però, nel corso di un faccia a faccia con l'altro candidato democratico, Bernie Sanders, in diretta sulla rete tv CNN da New York, ha affrontato questo argomento in modo eccezionalmente vigoroso. Come mai? Semplice, era il nono dibattito televisivo cui partecipava da quando è partita la sua campagna elettorale e nessuno dei moderatori (queste trasmissioni sono strutturate a domande e risposte) le aveva ancora posto una sola questione sull'aborto. Un silenzio, peraltro, che non era sfuggito al pubblico: mancava ormai mezzora alla fine del dibattito quando molti telespettatori hanno iniziato a reclamare via twitter. Alla protesta a un certo punto si è aggiunto perfino un tweet della stessa Hillary (o del suo staff):

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"Con la salute delle donne sotto attacco in tutto il paese, com'è possibile che non ci sia una sola domanda #DemDebate su questo tema?".

Pochi istanti dopo anche Bernie Sanders (o il suo staff) lanciava un tweet simile. 

Quando è diventato sempre più evidente che l'incontro stava per finire senza che il tema dell'aborto venisse toccato, Hillary Clinton ha preso in mano la situazione rispondendo a modo suo a una domanda a proposito di un giudice della Corte Suprema candidato del presidente uscente Barack Obama.

«Le uniche persone che voglio nominare a proposito della Corte Suprema sono quelle che credono che Roe vs. Wade sia una legge solida mentre Citizens United va ribaltata (è la sentenza che apre la strada al finanziamento illimitato delle campagne elettorali da parte di grandi imprese, ndr), e voglio dire qualcosa su questo dal momento che stiamo parlando della Corte Suprema e di cosa c'è in gioco», ha detto tra gli applausi.

«Abbiamo già avuto otto dibattiti, questo è il nono, e non ci è stata fatta una sola domanda sul diritto della donna a decidere a proposito della propria salute riproduttiva. Non una domanda!», ha gridato Hillary, tra lo sconcerto dei moderatori. «E nel frattempo», ha continuato, «abbiamo Stati e governatori che stanno facendo tutto il possibile per limitare i diritti delle donne. Abbiamo un candidato presidenziale chiamato Donald Trump che dice che le donne dovrebbero essere punite, e nessuno ci ha chiesto qualcosa su questo. E tanto per completare la mia preoccupazione, il senatore Sanders ha detto a proposito di Trump che "È un assoluto diversivo"».

«Io non credo sia un diversivo», ha puntualizzato con veemenza Hillary. «Ciò colpisce al cuore di ciò che siamo come donne, i nostri diritti, la nostra autonomia, la capacità di prendere le nostre decisioni. E abbiamo bisogno di parlare di tutto ciò e di difendere la pianificazione familiare da questi attacchi oltraggiosi».

L'intervento di Hillary Clinton si è concluso tra le ovazioni del pubblico presente in sala. Ci piacerebbe che anche in Italia ci fosse un politico, magari donna, candidato a una posizione altrettanto prestigiosa (fatte le dovute proporzioni) che in campagna elettorale difenda con altrettanta grinta e passione i diritti di tutte le donne e il rispetto di una legge dello Stato, tuttora vergognosamente disattesa. Purtroppo le analogie con gli Stati Uniti al momento finiscono qui. Ma cambiare è possibile! 

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