Più studi, più guadagni: un'equazione che non funziona se sei donna. Non è solo una tua sensazione: anche se produci il doppio, guadagni meno dei tuoi colleghi. Lo afferma uno studio svolto in 38 Paesi dall'International Labour Organization. «Avere titoli prestigiosi non conta: il valore di una donna quando entra nel mercato del lavoro è sempre minore. È una discriminazione che parte dalla famiglia e permea la società», spiega Francesca Bagni Cipriani, consigliera per le Pari Opportunità a Roma. Le cifre parlano: in Europa lei guadagna il 16% in meno all'ora di lui. E se la media italiana sembra migliore. Sta di fatto che a un anno dalla laurea porti a casa il 32% in meno del tuo ex compagno d'università. Un'ingiustizia! Ma conoscerne i meccanismi ci aiuterà a invertire la rotta.

I pregiudizi da abbattere
Magari pensi che la situazione non ti riguarda, perché al momento la tua busta paga è identica a quella del tuo collega. Eppure... «Nei grandi studi legali non c'è discriminazione all'ingresso tra uomini e donne, ma queste ultime si "perdono" man man mano che si procede nella carriera. Le avvocate al vertice sono solo il 16,9% del totale», spiega Barbara De Muro, responsabile ASLAWomen, gruppo che valorizza i talenti femminili nei grandi studi legali associati. Perché succede? «Spesso le donne vengono considerate "persone a rischio", in quanto se hanno dei figli potrebbero lavorare meno o chiedere permessi. Si tratta di un pregiudizio assai radicato, specie nelle piccole imprese», spiega Bagni Cipriani. Per questo le competenze femminili sono sminuite e tante esigenze vengono ignorate. «Nel mondo dell'avvocatura, per esempio, se vuoi arrivare in alto è richiesto, oltre alle competenze, un elevato investimento di tempo face to face; lo smart working da casa, ideale per conciliare professione e vita familiare non è contemplato», dice De Muro.

Difendi il tuo valore
 È vero: se decidi di mettere su famiglia, la tua carriera potrebbe essere più lenta. Ma dovresti essere tu a deciderlo e non chi ti assume, basandosi su pregiudizi. Per promuovere il cambiamento, nel 2012 l'Unione Europea ha lanciato Equality pays off, progetto che monitora l'applicazione delle leggi in favore del lavoro rosa sostenendo le aziende virtuose con eventi e corsi di formazione. Un altro obiettivo è sensibilizzare gli imprenditori sui vantaggi economici della parità, anche occupazionale. Secondo una stima della banca d'affari Goldman Sachs, se guadagnassimo e lavorassimo quanto gli uomini, il Pil dell'Eurozona crescerebbe del 13% (del 22% in Italia). Già, assumere e valorizzare le donne è un vantaggio per tutti!

4 Cose che puoi fare subito
Conosci la "sindrome dell'impostora"? E quella "della tiara"? Sono due barriere interiori tipicamente femminili: la prima porta all'autosabotaggio, bloccando una sana ambizione, la seconda ti spinge a non pretendere mai nulla, aspettando che qualcuno si accorga dei tuoi meriti. Niente di più sbagliato! Se pensi di esserne "affetta" è ora di valorizzarti di più. Innanzitutto, non scartare a priori i settori meglio retribuiti, spesso lasciati agli uomini, e sfodera tutto il tuo spirito critico nel valutare i contratti (le donne accettano con più facilità lavori precari e meno pagati). Impara poi a chiedere uno stipendio equo, ma anche benefit e premi di produzione che sai di meritare, spiegandone le motivazioni. E punta sul networking, così potrai contare su una rete professionale che aumenterà la tua autorevolezza. Ricorda che il divario retributivo di oggi inciderà sul tuo futuro: accontentandoti di guadagnare meno, anche la tua pensione sarà light.

La politica che ti dà una mano
Purtroppo, alcune discriminazioni sono ancora dure a morire. Metterle a fuoco, però, è il primo passo per smontarle. Sapevi, per esempio, che qualità come la mediazione e la flessibilità vengono sminuite perché giudicate "femminili"e non indice di professionalità? E che quando le donne prevalgono in un certo settore vengono pagate meno, mentre per gli uomini vale il contrario? Ancora una volta, è l'Unione Europea a scendere in campo per darti una mano. Premiare le competenze rosa, essenziali per colmare i divari salariali, è tragli obiettivi di Europa 2020, un piano che si propone di innalzare al 75% il tasso di occupati tra i 20 e i 64 anni ed eliminare la povertà per 20 milioni di persone. E l'Italia, con la legge che introduce le quote rosa nei consigli di amministrazione di società per azioni e l'istituzione della Carta per le pari opportunità e l'uguaglianza sul lavoro, ha iniziato a fare piccoli passi. La strada è ancora lunga, ma se ciascuno farà la sua parte, presto tra te e lo stipendio che ti meriti non ci sarà più nessun gap.

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