La sceneggiatrice, Sarah Watson

Come ha sfondato

Ha scritto la sceneggiatura di Parentwood e ora ha ideato la serie Issues, ispirata alla vita di Joanna Coles, ex direttore di Cosmo Usa. Al college, però, sognava di insegnare Lettere, finché non ha seguito un corso di cinema. Dopo aver venduto sceneggiature da freelance, alla fine ha ottenuto un contratto da un grande network.

Cosa ho imparato

1. Ad affrontare la precarietà: «Prima di Parenthood, ho lavorato in 4 serie che sono state interrotte dopo la prima stagione. Pensavo di essere la dark lady della tv. Se gli inizi sono frustranti, avere una rete di supporto aiuta. Ogni mese, mi trovo con sceneggiatori miei amici: scriviamo e alcuni attori leggono le parti. Se non riesci a vendere i tuoi lavori, sentir recitare i tuoi è incoraggiante».

2.A sapersi imporre: «Se proporre idee fa parte del tuo lavoro, ti consiglio di guardarti un po' intorno, prima di lanciarti. Come vengono accolte le tue proposte? Facci caso e prefissati degli obiettivi. Io mi sentivo più a mio agio parlando in una piccola stanza con persone di medio livello. Se sei in soggezione, prima di intervenire aspetta che i pezzi grossi se ne siano andati».

3. A gestire le critiche: «Anche saper collaborare è essenziale, e ascoltare i feedback fa parte del gioco. Certe osservazioni possono irritarti, ma poi capisci che avevano senso. Mai reagire a caldo. Se qualcuno ti riprende in modo brusco, bada alla sostanza, non alla forma. Una volta uno showrunner mi ha detto: «È il mio show. Si fa come dico io!». Ho ceduto e sono diventata più creativa».

La produttrice esecutiva, Courtney A. Kemp

Come ho sfondato

«Accade spesso che le tue certezze si rivelino errate», dice Courtney A. Kemp, sceneggiatrice di The Good Wife e oggi produttore esecutivo della serie Power. Anni fa voleva diventare direttore di una rivista e un suo articolo stava per ispirare una serie tv. La cosa non andò in porto, ma le fece scoprire una vera passione per la tv. Ha mollato la carta stampata per fare la make-up artist e la copywriter e, intanto, scriveva sceneggiature. «A voler fare l'autrice ero nel giusto, ma avevo sbagliato mezzo», osserva.

Cosa ho imparato

1. A infischiarsene dello status sociale: «Quando ho lasciato il giornalismo, ci ho sofferto. Una volta, una ex collega è entrata nello store dove stavo lavorando da truccatrice e mi ha detto: «Non mi dirai che così ti senti realizzata, vero?». Ci rimasi male, ma poi mi sono resa conto che ero contenta di ciò che stavo facendo. A furia di autocommiserarmi per il mio tracollo sociale, non mi ero accorta che il mondo del make-up mi piaceva. E poi, sapersela cavare da sola con il trucco mi è tornato utile: spesso partecipo a eventi pubblici e devo apparire al meglio ovunque mi trovi».

2. A svoltare dopo una grossa delusione: «Essere licenziata non è la fine del mondo. Quando sono stata cacciata da The Mac Bernie Show, il mio primo lavoro importante in tv, ho pensato: "Ho lasciato la mia città e fatto tutti quei km per questo?". Allora non lo sapevo (e comunque non lo avrei mai ammesso), ma le sitcom non facevano per me. C'è un clima assai competitivo e bisogna essere frizzanti a comando, mentre io ho bisogno di tempo e calma per entrare in modalità creativa. Questa delusione mi ha fatto capire che per dare il meglio ho bisogno di ambienti basati sul lavoro di gruppo, e mi sono mossa in quella direzione».

3. Ad avere il coraggio di buttarsi: «Di recente il mio boss mi ha detto che quando ho presentato il progetto di Power, ha pensato: "Sa quello che sta facendo". In realtà, non ero affatto così sicura di me! Non avevo idea di come avrei portato avanti quella storia per 4 anni. Se aspetti di sentirti pronta per qualcosa, che sia trasferirti all'estero per lavoro o creare una serie tv, non farai mai niente. Arriva un'opportunità? Afferrala!».

4. Ad accettare di fare tanta gavetta: «Tante ragazze si sentono sminuite se devono portare il caffè al capo, ma il mio consiglio è: fallo, e di buon grado! Il mio assistente, oltre a svolgere questo incarico, fa molte altre cose e impara i trucchi del mestiere. Sii lungimirante: se eccelli nel tuo lavoro, non passerai inosservata. Non resterai un'assistente per tutta la vita».

La planner, Damla Dogan

Come ho sfondato

Prima di diventare senior vice president Development & Programming di E! Television, Damla Dogan è stata produttrice esecutiva di show di successo come Al passo con i Kardashian. Era partita con l'idea di studiare legge, ma nel corso dell'anno sabbatico, prima di cominciare l'università, le è capitato di lavorare come assistente di produzione e ha continuato per quella strada. «Aiutare gli autori a realizzare i loro progetti è una sfida che mi ha subito appassionato», dice.

Cosa ho imparato

1. A vedere le cose da diversi punti di vista: «Saltare da un'area di competenza all'altra può essere faticoso, ma è sempre un bene esplorare diversi aspetti del campo in cui lavori. Passare dalla produzione degli show al loro sviluppo, cioè quando sono finanziati e distribuiti, per esempio, mi è servito per avere una visione più completa. Così quando davo indicazioni ai produttori, sapevo già cosa potevano fare in base alle risorse a disposizione, ed era un vantaggio per tutti. Il mio consiglio, quindi, è di cercare uno stage dove fare tirocinio a rotazione in vari settori. Entri in contatto con un sacco di persone e poi, se instauri un buon rapporto con gli assistenti, quando avranno bisogno di qualcuno che li rimpiazzi penseranno a te. Altra dritta: finché sei giovane e hai più tempo libero, approfittane per continuare a imparare».

2. A trasformare gli amici in contatti: «Le amicizie che stringi nei primi 10 anni di lavoro sono le più importanti. Al momento non sai che potrebbero essere contatti preziosi per la tua rete professionale, ma nel corso della carriera ti capiterà di ricorrervi spesso. Se stai iniziando una nuova attività, cerca di incontrarti di frequente con amici che lavorano nel tuo stesso campo, per parlare di com'è andata la settimana. Dai il meglio di te e assicurati il loro appoggio: così i tuoi contatti saranno pronti a tessere le tue lodi».

3. A proteggere la sua reputazione: «Le cose cambiano in fretta nel mondo del lavoro. Nel mio settore, per esempio, di continuo c'è chi lascia una casa di produzione per un'altra. Con questo turn-over, l'unica cosa che porti sempre con te è la tua reputazione. Abbine cura e sii la collega che vorresti avere. Assicurati che gli altri sappiano che sei affidabile e che si può sempre contare su di te nei momenti difficili. E ricordati che le persone che assumi o i tuoi colleghi di oggi, un giorno potrebbero anche diventare i tuoi superiori».