"Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto": quante volte l'hai sentito dire? Ute Ehrhardt, la psicologa tedesca che sul mantra di Helen Gurley Brown ha costruito un bestseller, la sapeva lunga. Ma erano gli anni Novanta e mentre Carrie Bradshaw con la sua aria spregiudicata appariva in tv, in ufficio tirava un'aria da squali: avere qualità da bad girl era necessario, oltre che richiesto. Ma oggi le cose sono cambiate. E alle doti da furbetta le aziende preferiscono competenze smart da brava ragazza attenta al mondo che la circonda. Parola dei recruiter. Ecco su quali doti puntare per metterti in luce e fare carriera.

CONDIVISIONE: Se sei capace di fare team ci guadagni

Prima eri costretta a correre da sola verso il traguardo, adesso è il gruppo che ti sostiene per farti emergere. «La capacità di lavorare in squadra, cioè di cooperare valorizzando anche il punto di vista dell'altro, è una skill sempre più richiesta», dice Monica Magri, direttore HR Adecco Italia. Il motivo? «Aumenta l'energia creativa del gruppo di lavoro e, di conseguenza, permette di raggiungere gli obiettivi più rapidamente. Durante una riunione, per esempio, è apprezzato chi fa domande capaci di stimolare i colleghi sui temi su cui sono più forti». In pratica, si tratta di mettersi un po' da parte per far volare il team. «E se invece di tenere per te le tue proposte, le condividi con un atteggiamento aperto a critiche e suggerimenti, sarà più facile far emergere nuove soluzioni»», osserva Alessandra Rizzi, responsabile risorse umane di Alleanza Assicurazioni.

DIVERSITY: Fai valere le doti uniche che ti rendono speciale

Un tempo le aziende per la selezione del personale usavano criteri omologanti, ora non più. È il momento di distinguerti dalla massa! «La consapevolezza delle tue capacità ti rende più credibile. E non essendo più costretta a sprecare energie indossando una maschera, esprimi al massimo i tuoi punti forza», dice Monica Magri. Evidenziare sul cv le skill che ti rendono speciale, anche trasversali (la pratica di uno sport, un'esperienza da volontaria all'estero...) è sempre più strategico. «In H&M puntiamo proprio sulla diversity, l'unicità di ogni singolo individuo: per noi è un valore aggiunto», conferma Graziella Modica, HR Manager di H&M. «Perciò cerchiamo persone tra loro complementari, disposte a mettere a disposizione il proprio "pacchetto valori" in un clima di collaborazione».

STORYTELLING: Impara l'arte di raccontare

Ecco una skill che non può mancare sul tuo cv 3.0: la capacità di raccontare un progetto, un'idea, una vocazione. Storytelling è una delle parole chiave oggi più usate, ma se ci pensi bene si tratta di una competenza antica, tramandata dalle nonne che ti parlavano del passato e ti leggevano le fiabe. E chi sono le cocche delle nonne? Le brave ragazze, of course. «Le donne sono le migliori nell'impegnarsi e ottenere i maggiori risultati: il passo avanti da fare, nell'era dei social, è farli conoscere. A iniziare dal colloquio di lavoro», dice Francesca Parviero, Official LinkedIn Emea Talent Partner e autrice di LinkedIn per aziende e professionisti (Apogeo, euro 29). «Saper trasmettere la propria storia in modo coerente, includendo oltre alla formazione e all'attività lavorativa, tutte quelle esperienze che hanno contribuito alla formazione personale, etica e morale, può fare la differenza in fase di assunzione».

IMMAGINAZIONE: Impegnati a trasformare i sogni in realtà

Avere una visione del progetto a cui si sta lavorando è fondamentale, ma il plus lo dà lo step successivo: riuscire a metterlo in pratica! E qui entrano di nuovo in gioco le brave ragazze, capaci di rimboccarsi le maniche e darsi da fare con l'operosità di un boy scout. «La capacità realizzativa è tra i requisiti più apprezzati nei colloqui», dice Rizzi. «Saper guardare avanti immaginando il futuro è essenziale, ma la fase di esecuzione è altrettanto strategica, anche perché ti chiede di mettere in campo più doti, e aggregarle tra loro». Un esempio? «Se hai ricevuto la responsabilità di un progetto, occorre che tu sappia fare un piano, stabilire le scadenze, organizzare le varie attività, chiederti chi sono i migliori interlocutori che ti possono aiutare, verificare lo stato dell'arte, pianificare un budget...». Tutte capacità che puntano sul networking e lasciano poco spazio all'individualismo.

EMPATIA: Metterti nei panni degli altri per avere idee nuove

Oggi l'empatia fa la differenza in ogni campo perché abbatte le barriere e rende le persone più collaborative, inducendole a lavorare a un livello qualitativo superiore, improntato al rispetto e alla condivisione. «Noi valutiamo la capacità del candidato di saper ascoltare gli altri fin dal primo approccio, durante la fase di selezione e, in particolare, nel colloquio di gruppo, che è un passaggio previsto dalla policy aziendale», spiega Laura Grasso, responsabile Resourcing & Employer Branding di Vodafone Italia. «Sapersi mettersi nei panni degli altri è essenziale quando si lavora in team: valorizza il contributo di ognuno e aiuta a raggiungere gli obiettivi». L'importante è che la curiosità sia autentica. «Se è soltanto di facciata non funziona», aggiunge Alessandra Rizzi. «Occorre ascoltare in modo attivo facendo le domande giuste, quelle che aiutano davvero a ottenere i risultati».

VOLONTARIATO: La generosità ti fa crescere

«Lauree e master non bastano per entrare nel mondo del lavoro, ma nemmeno la sola esperienza sul campo è sufficiente. È il mix a creare nuove prospettive», dice Giovanni Lo Storto, direttore generale dell'università Luiss di Roma. A questo scopo, l'ateneo ha inserito nei programmi di studio attività di volontariato che danno crediti formativi. Un trend in espansione: le occasioni di scambio e apprendimento attraverso esperienze umane sono in aumento. «Anche ai nostri studenti capita di fallire a un colloquio, ma sapranno affrontare l'evento in modo diverso, con la serena consapevolezza dei propri mezzi che li aiuterà a non abbattersi al primo ostacolo e a emergere nel lavoro e nella vita».

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