Ti presenti al colloquio preparata: hai un ottimo curriculum, hai studiato l'azienda, sei sicura delle tue capacità e hai anche scelto l'abito giusto, solo che non hai fatto i conti con le domande strambe che i selezionatori possono farti. In America pare sia abbastanza frequente ricevere domande del tipo «Quante mucche ci sono in Canada?» oppure «Che voto mi daresti da 1 a 10 come intervistatore?». E tu resti spiazzata. Ma invece di fare scena muta fatti furba! E impara a reagire nel modo giusto, come spiega Tomaso Mainini, Managing Director Michael Page Italia.

Anche in Italia durante i colloqui di lavoro si usano domande spiazzanti per valutare i candidati?«Anche se l'approccio nostrano è più soft, può succedere che vengono adottate diverse tecniche per capire la capacità del candidato di stare in situazioni di stress. Nello specifico si chiamano Tecniche di Stress Interview o esercitazioni analogiche che vanno però effettuate da persone competenti nel campo, ovvero gli psicologi».

Perché ai candidati vengono sottoposte domande apparentemente assurde?«I cacciatori di teste (su richieste specifiche da parte solitamente di società di consulenza e multinazionali di estrazione americana) possono fare domande per testare la capacità logiche e le modalità di ragionamento. Molto dipende dalla funzione e dalla seniority del candidato. Ogni situazione è differente. In base al ruolo e quindi alla competenza che si vuole testare viene fatta la domanda o la sollecitazione più idonea. Per esempio, se l'ambiente richiede capacità di gestione dello stress si cercherà di testare la sua modalità di stare nella relazione incalzando con domande che possono metterlo in difficoltà, utilizzando un tono un po' più diretto, cercando di capire come reagirà alle sfide».

Un esempio di domande spiazzanti?

  • ‪Quanti sciatori ci sono in Italia?‬
  • ‪Quante palline da golf servono per riempire una stanza?‬
  • ‪Quanto vale il mercato degli spazzolini da denti?‬
  • ‪Si presenti con analogia ad un animale‬
  • ‪Cosa porteresti sull'isola deserta‬

«La finalità è quella di verificare la modalità di ragionamento del candidato, testarne i valori e la determinazione. Spesso insomma non c'è una risposta giusta alla domanda...».

Quale atteggiamento avere per non sembrare sorpresi, colti alla sprovvista? «C'è chi di fronte alle difficoltà risponde con una battuta, oppure c'è chi entra in panico e diviene rosso creano imbarazzanti situazioni di scena muta o pianti disperati. Altri si chiudono, fanno resistenza magari cercando di difendersi. Si sta parlando però quasi sempre di persone junior, o la cui carriera professionale si è sviluppata in contesti in cui la gestione dello stress non è sollecitata. In linea generale è sempre importante mantenere la calma, cercare di azionare un ragionamento logico e coerente e rispondere comunque facendo emergere lati della propria personalità che vi rappresentano».

Che cosa dire di fronte a domande di questo tipo?«Posso dire cosa non fare… cadere nella provocazione rispondendo in modo sgarbato o con una reazione eccessivamente difensiva o maleducata. Non paga in nessuna situazione».

In generale come comportarsi durante un colloquio se non si è in grado di rispondere a una domanda?«Non esistono linee guida su cosa rispondere, ma è sempre fondamentale restare calmi, cercare di azionare un ragionamento logico e coerente e rispondere comunque facendo emergere lati della propria personalità che vi rappresentano».

Quando conviene rispondere con sincerità e quando, invece, dire una "bugia" che risulti utile? «È sempre meglio essere sinceri. Una risposta che non vi rappresenti non paga in nessuna situazione. Anche perché non è solo l'azienda a dover scegliere il candidato giusto. Per la propria soddisfazione personale e per avere chance di fare carriera è importante aderire ai valori della cultura aziendale cui ci si lega. In caso contrario è difficile instaurare un rapporto duraturo e proficuo da entrambi le parti».