I nostri esperti ti spiegano tutto quello che ti serve sapere per affrontare un colloquio di lavoro: come far emergere i tuoi talenti e conquistare il posto dei sogni.

Prima dell'intervista di lavoro

Sappi che il tuo colloquio inizia nel momento stesso in cui ti suona il cellulare e tu rispondi: «Sì, mercoledì alle 15 è perfetto. Sono felice di poterla finalmente conoscere!». Ecco le mosse da compiere tra questa fatidica telefonata e il giorno X.

Fai delle ricerche

Usciresti mai con un tipo scovato su Tinder senza prima controllare chi è su Google? Ecco, lo stesso principio vale anche per un'intervista professionale. «Per saperne di più sul tuo potenziale datore di lavoro non limitarti a visitare il sito aziendale: chiedi info a chi ci lavora, magari tra i tuoi contatti LinkedIn», consiglia Caroline Ghosn, ceo di Levo, società di recruiting online della Silicon Valley. E ricordati che il tuo obiettivo è prepararti in modo da illustrare al responsabile HR quale contributo ad hoc porteresti alla sua azienda.

Conosci il tuo interlocutore

«Considera il colloquio come un elemento necessario a costruire con il recruiter una relazione», dice Ghosn. Se gli dimostri il tuo interesse, sarà più facile stabilire un rapporto autentico. Anche conoscere in anticipo il suo nome può aiutarti. Se sai come si chiama, infatti, puoi leggere la sua bio sul sito dell'azienda e dare un'occhiata al suo profilo sui social».

Diventa esperta in storytelling

La prima domanda che di solito ti fanno a un'intervista è: «Mi parli di lei». Non farti cogliere di sorpresa: preparati a descrivere le tue competenze in modo chiaro. Chiediti quali obiettivi raggiunti nel tuo precedente lavoro possono tornare utili al ruolo per cui ti candidi. Aggiorna il curriculum, scegli cosa mettere in risalto ed esercitati a illustrare ogni esperienza rilevante con un esempio pratico di successo.

Allenati a sconfiggere l'ansia

Se sai già che tendi ad agitarti, leggere con attenzione la job description per la posizione aperta ti aiuterà a trovare la calma per dire le cose giuste. Fai un elenco delle domande che potrebbero farti ("quali sono i tuoi punti di forza" e "cosa puoi dare all'azienda" sono da mettere in cima alla lista) e allenati a rispondere a tono. Se nonostante l'ansia riesci a dare l'impressione di essere una persona sveglia, evitando frasi fatte e risposte a macchinetta, hai fatto jackpot!

Elimina i "cioè" e "piuttosto che"

Anche la struttura del discorso di presentazione ha il suo peso. Laura Sherbin, direttore del Center for Talent Innovation, società di ricerca Usa, avverte che l'abitudine di intercalare il discorso (per esempio, con "cioè", "piuttosto che", "quant'altro"...) fa sempre cattiva impressione. «Sono parole che dopo un po' si fa fatica a ignorare, distraggono e infastidiscono chi ti sta ascoltando», spiega. Per eliminarle fatti aiutare da un'amica per simulare il colloquio. E poi chiedile il feedback. Ti sei incartata con vari "ehm" e "cioè"? Hai parlato troppo in fretta? Cosa le ha comunicato il tuo linguaggio del corpo?

Abbassa le difese

Il segreto per un colloquio da dieci e lode sta anche nel reprimere l'istinto di sopravvivenza. Lo dice la scienza. «La parte emotiva del cervello tende a reagire all'idea di un eventuale rifiuto veicolando un messaggio di pericolo che ti spinge a metterti sulla difensiva», spiega Keith Rollag, direttore del dipartimento di Management al Babson College (Usa). Per diminuire il rischio percepito, ovvero l'idea che tutto dipenda da questa singola intervista, diversifica le tue opportunità: invia il cv anche ad altre aziende e continua a cercare nuovi contatti interessanti.

Durante il colloquio

È arrivato il grande giorno e ti senti più che mai determinata a giocarti al meglio la tua occasione. Sei pronta per diventare la candidata ideale? Ecco, step by step, cosa ti conviene fare e dire.

Rompi il ghiaccio

La segretaria ti ha detto: «Si accomodi pure». E adesso? I primi secondi possono sembrare eterni, se l'ansia ti fa sentire a disagio. Per sciogliere la tensione Rollag consiglia di lasciar parlare il tuo interlocutore. «Pensa a un argomento che gli trasmetta energia e positività», dice. Se le vacanze di Natale o le ferie sono appena passate, chiedigli se ha avuto modo di fare un bel viaggio. E se sì, dove? Non farti intimorire dai silenzi imbarazzanti. Tieni presente che ogni conversazione ha il suo ritmo naturale, pause incluse.

Mostrati proattiva

L'intervistatore può essere scontroso o distratto da questioni che non hanno niente a che fare con te, oppure potrebbe metterti sotto pressione apposta per vedere come reagisci. In ogni caso, quindi, resta concentrata e gioca d'anticipo. «Se hai l'impressione che il colloquio stia andando male, fai qualche domanda in modo da mostrarti curiosa», suggerisce Sherbin. «Così ti prendi anche il tempo necessario a resettare le tue reazioni».

Fai valere il tuo curriculum completo

Chiunque si trovi all'inizio della carriera deve affrontare questo paradosso: come è possibile parlare delle proprie esperienze lavorative se ancora non se ne hanno? Anche tu vivi questa impasse? «Per superarla basta che metti in luce le doti di leadership che hai sviluppato in altri contesti, per esempio nel tuo percorso di studi o in attività di volontariato. Anche un lavoretto part-time va bene se ti ha insegnato qualcosa», consiglia Sherbin. «Se riesci a trasmettere al selezionatore le professionalità che hai sviluppato nel corso dell'intero processo di apprendimento, lo indurrai a riconsiderare la propria idea di esperienza».

Sii pronta ad adattarti

Osserva con attenzione le reazioni di chi ti sta intervistando per capire come sta andando l'intervista, in modo da aggiustare il tiro strada facendo, ogni volta che serve. Sembra spazientito quando la tua risposta va per le lunghe? Spiegati con uno stile più conciso. Percepisci un certo scetticismo o sorpresa? Prova a chiedere conferma dicendogli: "Ho risposto in modo esauriente alla sua domanda?". «Così gli dimostri di possedere l'intelligenza emotiva e di saper riconoscere i bisogni degli altri, inclusi quelli di possibili clienti», conclude Sherbin.

Evita di strafare

Sei un vulcano di nuove idee? Fantastico! Ma se esageri sparandole tutte insieme potresti ottenere l'effetto contrario di spazientire il tuo potenziale datore di lavoro. «A volte, quando ti senti carica e sicura di te, sei portata a credere di risultare proattiva ed efficiente facendo proposte che, in realtà, non sono richieste», avverte Lori B. Rassas, avvocato del lavoro e autrice di The Perpetual Paycheck. Evita di travolgere il tuo interlocutore di soluzioni geniali, con il rischio di sembrare presuntuosa. Rassas ti consiglia il "piano 30-60-90". Ovvero, aspetta di essere assunta in prova per lanciare le tue proposte nel giro di 30, 60 e 90 giorni, dopo aver messo meglio a fuoco la cultura e le sfide dell'azienda.

Fai qualche domanda

Verso la fine del colloquio di solito l'addetto al recruiting chiede: «Ha delle domande?». «Molti rispondono di no perché credono che porre a propria volta dei quesiti possa risultare irritante. Arrivati a questo punto desiderano solo uscire da quella porta, evitando qualche sbaglio dell'ultimo minuto. Ma è un errore: chiedere ti rende proattiva e grintosa», osserva Ghosn. Dunque, è il momento di passare al contrattacco. Ecco le domande che funzionano: «Com'è la giornata tipo in questo lavoro?». «Quali qualità deve avere il candidato ideale?». «Che sfide offre il ruolo?». Dimostrerai al recruiter che ti stai già vedendo in quella posizione.

Cosa fare dopo

Vuoi che i responsabili HR si ricordino di te, tra tutti gli altri candidati? Ecco 4 consigli preziosi da mettere in pratica nei prossimi giorni.

Invia una mail per dire grazie

Negli Stati Uniti è pratica comune e il fatto che in Italia non lo sia ancora va solo a tuo vantaggio perché ti aiuterà a distinguerti dalla massa. Scrivere una mail generica per ringraziare dell'opportunità che ti hanno dato per farti conoscere, però, non basta. «Inserisci anche un breve riferimento ai temi che avete toccato durante il colloquio, così dimostri di essere sempre sul pezzo», consiglia Sherbin.

Fatti sentire con tempismo

Ricordati di inviare la mail di ringraziamento nel giro delle prossime 24 ore: essere tempestivi è importante. Lori B. Rassas ti suggerisce perfino di scrivere un biglietto a mano: secondo l'esperta potrebbe avere un effetto sorprendente. In questo caso, per evitare ritardi ti conviene consegnare in azienda la busta a mano.

Preparati ad aspettare

Sii paziente: spesso ci vogliono giorni, se non settimane, prima che l'azienda chiuda le selezioni e, dunque, ti faccia sapere. «Per ridurre l'ansia da attesa, alla fine del colloquio chiedi qual è la tempistica prevista casomai fossi la prescelta», dice Ghosn. In molti Paesi ti avvertono in ogni caso, anche se non sei stata selezionata. In Italia questa cortesia è rara: se la fortunata sei tu, probabilmente lo saprai entro 3-4 settimane.

Non colpevolizzarti se va male

Non basta avere le competenze giuste: perché quel posto di lavoro diventi davvero tuo devono giocare anche altri fattori sui quali non hai alcun controllo. Il recruiter può decidere che tu non sei l'elemento giusto da aggiungere al team, oppure il tuo costo economico è al di sopra di quanto preventivato. Se, dunque, le cose non sono andate come speravi, non abbatterti. Considera quel colloquio come un primo passo per farti conoscere. E per restare in contatto invia un'ultima mail dove spieghi che vorresti essere presa in considerazione per eventuali posizioni future: chissà, tra un anno potresti essere chiamata.

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