Hai mai notato quante "persone che potresti conoscere" su LinkedIn appaiono senza foto? Per molte la spiegazione è ovvia: la foto non c'è perché non hanno ancora un account sul network del lavoro, ma ce ne sono tante altre che il profilo ce l'hanno, eppure a quanto pare lo considerano così inutile da non metterci nemmeno la faccia. L'hanno aperto magari anni fa e poi se ne sono scordati, «Tanto non serve a nulla». La pensi così, anche tu? Se vuoi trovare lavoro e magari sogni di fare esperienza all'estero, ti conviene cambiare idea.

Di recente, mi sono imbattuta in una serie di considerazioni molto interessanti a questo proposito. Paola Ragnoli, blogger ed expat che vive ad Amsterdam dove si occupa di comunicazione e coaching, nel blog collettivo Donne che Emigrano all'Estero osserva che LinkedIn all'estero è considerato in modo molto differente rispetto a come viene recepito in Italia.

Via quelle immagini al bar mentre sorseggi cocktail

Nessuno dei suoi contatti olandesi o inglesi, per esempio, si sognerebbe mai di postare immagini buffe di Totò o di gattini, selfie in abiti sexy e scollati o allegri saluti dal mare in costume da bagno, come se LinkedIn fosse un social ricreativo. In Italia, invece, succede. Eccome, se succede. Paola quindi passa a dare alcune regole che ad alcuni appariranno superflue, ma invece è giusto ribadire. Mai postare foto che non siano coerenti con il proprio percorso professionale, e quindi no a scatti delle vacanze, mentre brindi al bar con gli amici o indossando un paio di occhiali da sole (hai per caso qualcosa da nascondere? Se sì, non ti aiuterà a trovare un lavoro).

Immagina LinkedIn come un mega party aziendale

Ragonoli suggerisce di pensare a LinkedIn come a una mega festa aziendale alla quale sei stata invitata: comportati (e vestiti) di conseguenza. Altro consiglio: evitare le polemiche sterili e i commenti acidi. Fare l'antipatico o l'hater sarà anche popolare su FB, ma non ha mai aiutato nessuno a fare carriera. Infine, evita le bugie e le esagerazioni: la verità vince sempre.

In Olanda, Germania o Gran Bretagna, per non parlare degli Stati Uniti, LinkedIn gode di una considerazione che da noi è ancora poco percepita. Nonostante in Italia il social network professionale sia in continua crescita (circa 10 milioni di iscritti a oggi e Milano è tra le 5 città più connesse al mondo), infatti, viene ancora usato male, anzi malissimo. Oppure, viene ignorato, appunto. Ma il futuro, che è già presente, va in un'altra direzione, quella in cui non solo avere un account sulla sua piattaforma è indispensabile per mantenere una posizione in un mercato del lavoro sempre più fluido, ma curare il proprio profilo, aggiornarlo (non scordare di compilare "il riassunto di te stessa": è la seconda cosa dopo la foto che guardano i responsabili HR), ampliare la rete dei contatti (se sono meno di 100 il networking non funziona), pubblicare post e articoli su argomenti di proprio interesse in qualità di esperto, sono tutte cose che fanno la differenza.

Hai ancora qualche dubbio?

Tanto per cominciare, oggi il 93% circa dei recruiter usa il social come primo step per selezionare il personale (in Italia sono il 73%). Quindi, se non ci sei (e se il tuo profilo è incompleto e senza foto è come non esserci) sei già tagliata fuori in partenza. E il discorso vale anche in senso contrario. È sempre su LinkedIn, infatti, che le multinazionali, le startup del digital e le aziende più dinamiche e in ascesa (quindi le più appetibili per te) postano le offerte di lavoro, segnalando le posizioni aperte e i link dove fare l'application direttamente sulla propria pagina. Se non fai parte della rete di LinkedIn, puoi anche essere il loro candidato ideale, ma non lo saprai mai.

Ah, dimenticavo, NON usare LinkedIn per rimorchiare. Tra le "persone che potresti conoscere" troverai senz'altro il tuo prossimo collega, un mentore o il tuo capo, ma niente di più. Per tutto il resto c'è Tinder.

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