Al lavoro, gli stereotipi di genere sulle donne tra i colleghi uomini sono molto più vivi di quanto non si creda. Qualche tempo fa a una convention, per esempio, mi è bastato entrare nella sala per capire che avrei dovuto prendere una decisione fondamentale. Si trattava di un meeting importantissimo ed ero circondata da altri 24 ricercatori, tutti uomini. Sono una scienziata e mi capita spesso di essere l'unica donna nella stanza, perciò sapevo che le mie idee rischiavano di essere ignorate. Ma sapevo anche che, se avessi scelto di impormi in modo risoluto, sarei passata per quella aggressiva o disfattista. In breve, lo stereotipo della donna emotiva.

È il fastidioso doppio metro di giudizio con cui spesso ci troviamo a fare i conti. Quando permetti agli altri di vedere i tuoi sentimenti, infatti, rischi di confermare il pregiudizio di genere secondo il quale la donna sarebbe troppo emotiva, eccessivamente sensibile e infantile ed el tutto priva di autocontrollo. Viceversa, se violi tale stereotipo, finisci per non piacere agli altri, che ti percepiscono come fredda e inaffidabile. Insomma, una str**za. E ancora, se sei seria e assertiva, passi per una persona aggressiva o sempre arrabbiata.

Secondo diversi studi, lo stereotipo della donna emotiva è una leggenda metropolitana

Numerose ricerche, però, sostengono che lo stereotipo della "femmina emotiva" non è che una leggenda metropolitana. Generalmente, le donne credono di provare emozioni più profonde e ricorrenti rispetto agli uomini, e questi ultimi si trovano d'accordo. Ma quando il mio team di ricercatori in psicologia ha deciso di studiare l'emotività di centinaia di uomini e donne nell'arco della giornata, analizzando i risultati al computer, abbiamo scoperto che, in realtà, non c'è alcuna sostanziale differenza tra i due sessi.

La mia ricerca dimostra anche che se una donna è ipersensibile, la gente tende a credere che sia colpa sua, mentre se a essere emotivo è un uomo, la responsabilità viene data alle circostanze e al fatto che la persona in questione abbia avuto la classica giornata no. Anzi, non di rado l'uomo emotivo viene e percepito come un leader sensibile e capace di creare empatia. Si tratta di stereotipi che si sviluppano già durante l'infanzia, quando gli adulti, i genitori o i docenti, pur armati delle migliori intenzioni, senza accorgersene guardano maschi e femmine in modo diverso. E così, poco a poco, le discriminazioni di genere diventano radicate e si trasmettono di generazione in generazione.

Tutte le donne prima o poi devono affrontare queste difficoltà. Sfortunatamente la scienza non ha trovato una cura per eliminare gli stereotipi sessisti, ma possiamo combatterli in modo da limitarne le conseguenze. In che modo? Prova con queste tecniche. Alcune attaccano i pregiudizi di genere in modo più diretto e frontale, altre riescono a sabotarli senza colpo ferire.

1. Rendi i tuoi interlocutori consapevoli

In quel meeting in cui mi trovavo circondata da 24 uomini, ho deciso di giocare d'anticipo. «Dato che sono l'unica donna in questa stanza», ho spiegato presentandomi, «mi capiterà di assumere un atteggiamento assertivo per cercare di trasmettervi ciò che ho da dire. Ma non troppo, perché so bene che voi siete abituati a lavorare con le donne». Così rendi i tuoi interlocutori più consapevoli e maggiormente disposti a considerare seriamente le tue proposte.

2. Impara a ribattere al momento giusto

Ho usato questa tecnica in un incontro di gruppo con il responsabile di un'università. Anche se ero io a guidare la riunione, quando interveniva lui dirigeva sempre lo sguardo e le domande ai miei colleghi di sesso maschile. Dopo un po' mi sono stufata e glielo ho fatto notare con educazione. «Scusami John, guarda che sono qui», gli ho detto sorridendo. Se fai un appunto, però, devi anche essere pronta a una reazione di risposta. Nel mio caso, John mi ha definito "impulsiva". E ha aggiunto: «È evidente che tu sei abituata a dire qualsiasi cosa ti passi per la testa». Io mi sono schiarita la voce e, mantenendo un tono pacato, gli ho risposto: «Ti assicuro, John [pausa] che in questo momento non sto dicendo tutto quello che penso». E poi ho aspettato che parlasse lui.

3. Allenati a prendere in giro gli uomini

Gli uomini sono abituati a scherzare tra loro e perfino insultarsi restando all'interno di un clima di cameratismo. E l'umorismo è un mezzo efficace che puoi usare anche tu, per fare indirettamente delle critiche. Più o meno dieci anni fa, mi stavo accingendo a parlare dell'importanza della ricerca scientifica davanti al Congresso americano. Un vice presidente mi chiamò per darmi i suoi consigli. Mi disse: «Dovresti dire al Congresso che la psicologia è come il mascara. Non è strettamente necessaria, ma è bella da vedere». (Giuro che non me la sto inventando…) Invece di criticarlo, gli risposi: «Sai che non ci avevo pensato? Ma dici il mascara del supermercato o quello di profumeria? Meglio marrone o nero? C'è poi anche waterproof. O forse è più calzante il rossetto… o il blush…». Ha subito capito che mi stavo burlando di lui. Se non sei abituata a prendere in giro i maschi, chiedi a una tua amica di cui ti fidi di aiutarti a fare pratica.

4. Riconosci, e ammetti pubblicamente, il tuo doppio ruolo

Sì, sei una donna, ma anche una professionista in carriera. Ogni volta che rischi di essere etichettata come una str**za, ti conviene separare i due ruoli. Per esempio, quando io devo fare delle critiche a un mio studente, a volte dico: «Sul piano umano capisco la situazione, ma come tuo supervisore devo esigere che tu finisca questo lavoro».

Ogni donna di successo che ho conosciuto, a un certo punto della sua carriera prima di venire accettata come leader ha ricevuto l'etichetta di str**za

5. Sii pronta per la prossima volta

Capita a tutte di cadere vittima di stereotipi di genere, e spesso la cosa ti prende alla sprovvista, così ti ritrovi a pensare: «Avrei dovuto rispondere che…». Ma farsi prendere da assurdi sensi di colpa è inutile. Smettila di rimuginare e rivolgiti a una tua amica per fare pratica con lei in modo da essere pronta a dire la cosa giusta la prossima volta che ti capiterà. Anche Hillary Clinton, nella campagna elettorale del 2016 ha ricevuto diverse critiche. Per esempio, le hanno detto che durante il forum sulla sicurezza nazionale non sorrideva abbastanza. Al che ha risposto: «È quello che accade se prendi sul serio la carica presidenziale».

6. Costruisci il tuo capitale sociale

Fa sapere ai tuoi colleghi che apprezzi i loro sforzi. Un grazie sincero, un caffè o dei cioccolatini ti aiuteranno ad affermare con gentilezza la tua leadership e a preparare gli altri a riconoscerti come autorevole quando sarà necessario. Così gli altri si fideranno di più di te, anche quando ti troverai a violare gli stereotipi femminili semplicemente perché fai il tuo lavoro.

7. Trova un alleato maschile

Hai un collega maschio che sa riconoscere quando, magari durante una riunione, sei oggetto di stereotipi di genere? Fa in modo che sia lui a rilanciare le tue idee, naturalmente attribuendole a te. «Come stava dicendo Diana, dovremmo prendere in considerazione l'ipotesi di rinnovare il contratto...». Ho usato questa tecnica durante una riunione in cui un collega (che chiamerò Roberto) ha fatto riferimento a una scoperta di uno dei miei studi. Gli astanti avevano dato a lui il merito di quel risultato. Ma Roberto li ha corretti puntualmente perché ci era già capitato di trovarci in una situazione simile, ne avevamo parlato e ci eravamo trovati d'accordo su come affrontare quel tipo di discriminazione.

8. Ricorda che non è una faccenda personale

Prima o poi capita a tutte le donne di essere oggetto di stereotipi di genere. Può sembrarti una cosa personale, ma in realtà non è così. Ricordatelo: può aiutarti a evitare magari di giustificarti inutilmente, facendoti sembrare quella debole o sulla difensiva, insomma, la "solita donna troppo emotiva". A ogni donna di successo che io conosca è accaduto, a un certo punto della sua carriera, di sentirsi attribuire l'etichetta della str**za acida, prima di essere riconosciuta come una leader.

Queste tecniche non risolveranno tutti i tuoi problemi, ma hanno già aiutato molte donne. Provale e insegnale alle tue amiche e colleghe. Gli stereotipi di genere, a volte, sono subdoli ed è importante avere al tuo fianco altre donne in grado di vedere la situazione con i tuoi stessi occhi, ma anche in grado di sostenerti e aiutarti a sconfiggere ogni pregiudizio discriminatorio una volta per tutte.

Lisa Feldman Barrett, psicologa e neuroscienziata, è autrice di How Emotions are Made: The Secret Life of the Brain, nelle librerie americane da marzo 2017.

DaCosmopolitan US