Elisa Del Favero (nella foto, a destra; l'altra ragazza è la sua compagna d'avventura Martina Strata), 22 anni, di Ponte Di legno, dopo la laurea triennale conseguita a luglio allo IED (Istituto Europeo di Design) in comunicazione pubblicitaria, è volata in California per un viaggio studio in Silicon Valley breve ma intensa, del tutto pagata dalla sua università. Non si è trattato, però, di un colpo di fortuna, ma di un premio: Elisa, infatti, è risultata tra le quattro studentesse migliori dell'anno accademico 2014-15. Grazie agli ottimi voti, ha potuto partecipare al progetto 100%IED che le ha permesso di accedere al Silicon Valley Study Tour, un programma di scambio culturale per studenti e lavoratori italiani meritevoli. Ovvero, una full immersion nella realtà imprenditoriale più dinamica del pianeta, tra visite alle big company del web, incontri con startup innovative, meeting in università prestigiose e confronti con giovani italiani che in California hanno trovato lavoro e, spesso, successo. Anche tu sogni di fare una simile esperienza e, magari, di trasferirti a Paolo Alto o a San Francisco per concretizzare un tuo progetto? Ecco 14 cose che ti conviene sapere prima di partire.

  1. Il tempo nella Silicon Valley vola Non è un modo di dire: la dinamicità delle persone e delle aziende è talmente contagiosa che ti capita di fare mille cose senza nemmeno che te ne accorgi ed è come se lo scorrere delle ore e dei giorni fosse il triplo più veloce del normale.
  2. I tuoi coetanei sembrano più grandi In Silicon Valley ti può capitare spesso di parlare con un ragazzo della tua età e avere l'impressione che sia molto più vecchio e maturo. Il fatto è che a 20-25 anni un americano ha già vissuto un sacco di esperienze, molte più di quelle che di solito abbiamo noi. Per esempio, escono di casa presto e sono abituati a cambiare spesso scuola e università, anzi, è considerato un merito. Le aziende, infatti, apprezzano chi ha saputo affrontare ambienti diversi.
  3. D'estate gli studenti lavorano Molte società offrono agli universitari la possibilità di iniziare a lavorare d'estate, durante le vacanze, per poi magari assumerli full time dopo la laurea. In pratica, investono su di te. Così a 22 anni di solito lavori già, e non da stagista pagato poco o niente, ma come una risorsa preziosa.
  4. Ogni 4-5 anni è giusto cambiare lavoro In Silicon Valley (come del resto in tutti gli States) nessuno punta a entrare in un'azienda per restarci tutta la vita. La prima assunzione serve solo a fare esperienza. L'obiettivo è migliorare per trovare un posto ancora più ambito nel giro di 4 o 5 anni.
  5. Gli italiani sono molto apprezzati Essendo abituata a un certo disfattismo nostrano, ho scoperto con sorpresa che la preparazione accademica made in Italy è invece assai richiesta a Paolo Alto & dintorni. Possiede, infatti, profonde basi teoriche, mentre la formazione americana è estremamente pratica. Quindi, siamo percepiti come portatori di una ricchezza complementare. Essere consapevole di ciò mi ha molto motivata. Mi sono sentita orgogliosa in un periodo in cui in Italia è invece facile sentirsi demoralizzati.
  6. Non è il caso di vergognarsi del proprio inglese È sempre importante buttarsi. E se non hai capito qualcosa, non aver paura di chiedere di ripetere e di parlare più piano. Anche se il tuo interlocutore è un professore. Gli americani sono tranquilli e disponibili. Meglio fare una domanda in più prima che ritrovarti nei guai dopo, per non avere capito una questione fondamentale.
  7. Contano le idee, ma soprattutto chi le ha Non basta avere un'intuizione geniale, è importante saperla presentare, crederci, non montarsi la testa, ma nemmeno abbattersi (in Silicon Valley la concorrenza è altissima!). Incontrando tanti ragazzi italiani che lavorano lì, ho capito che un'idea vincente non diventa subito una startup, ci vogliono anche tonnellate di volontà e coraggio. E, soprattutto, energia per convincere i potenziali investitori che la tua intuizione potrà avere un futuro. A fare la differenza, dunque, sono anche le competenze trasversali che possiedi.
  8. Tutti ti ascoltano I professori sono molto disponibili e friendly. E parlo di docenti di due delle più importanti università del mondo, Stanford e Berkeley, che ho conosciuto grazie al programma di scambio. Per non dire dei manager delle grandi realtà lavorative, come Facebook e Google. Che tu sia un meccanico o un ingegnere, una ragazza senza esperienza o un ultracinquantenne, nessuno ti dice no a priori. C'è molta selezione, ma se hai un buon progetto, un cv appetibile, stai sicura che troverai sempre una porta aperta.
  9. Affidati al network Magari ti senti più per mail che di persona, ma gli italiani che studiano e lavorano sparsi nella Silicon Valley si tengono in contatto e si scambiano informazioni preziose. Ogni tanto, poi, si riuniscono in eventi speciali come la Sviec Night, una cena di gala annuale organizzata dal Silicon Valley Italian Executive Council, con la partecipazione di imprenditori di origine italiana.
  10. Non perderti i tramonti sull'oceano Insieme a Martina, un'altra studentessa dello IED che ha vinto il viaggio-studio, abbiamo noleggiato un'auto e trascorso una settimana on the road lungo la costa fino a Los Angeles (con una puntata a Las Vegas). Se anche tu hai questa possibilità, vai a Big Sur: guardando un tramonto spettacolare sull'oceano, con la musica a palla a 9 ore di fuso orario dall'Italia, proverai un senso di libertà assoluta. E potresti avvistare delle balene e incontrare dei leoni marini: a me è successo!
  11. Partecipa almeno a un barbecue La feste del vicinato, dove si stringono amicizie tra uno spiedino, una fetta di apple pie e una birra, sono dei momenti sociali importantissimi, che vale la pena vivere se vai negli States. Io ho avuto la fortuna di essere invitata da Vittorio Viarengo, imprenditore italiano di successo che vive da tempo nella Silicon Valley, al block party (si chiamano così) del suo quartiere. E ho scoperto che anche che i tipici quartieri residenziali a villette con prato davanti, tipo The Sims, esistono davvero!
  12. Non accostare mai in autostrada Dopo ore di guida, la mia amica Martina voleva darmi il cambio al volante. Così, avendo visto una piazzola, ci siamo fermate. Nel giro di un secondo, ci ha raggiunto un'auto della polizia intimandoci di andarcene. In autostrada, infatti, è vietato fermarsi! Bisogna uscire al primo svincolo, e poi rientrare. Per fortuna, abbiamo incontrato dei poliziotti buoni: non ci hanno solo fatto una ramanzina.
  13. Se vai in gita a Las Vegas scordati di dormire È una città supereccitante. Essendo arrivata in albergo a mezzanotte dopo aver guidato per 5 ore, non ho resistito e sono subito uscita… per rientrare solo alle 5 di mattina (e non avevo ancora sonno)! Forse sarà perché alla fine dormi pochissimo, fatto sta che gli hotel di Las Vegas, almeno secondo la mia esperienza, sono i più economici degli States (solo 40 euro per una camera a 4 stelle con breakfast…).
  14. Tra le sequoie giganti anche il cielo è più grande Al Parco nazionale di Sequoia, dove ho trascorso due giorni in mezzo alla natura, anche la notte è bellissima. Il sito è su un'altura e il cielo ti circonda da ogni lato: là ho capito il significato di "volta celeste".

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