Irma Testa ha 18 anni, poche parole ma tanta grinta. Nel mondo dello sport la stiamo conoscendo in questi mesi perché è la prima pugile italiana ad essersi qualificata per i Giochi Olimpici. E alle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro gli occhi di tutt'Italia saranno puntati su questa atleta di Torre Annunziata che, come Federica Pellegrini, Tania Cagnotto e tante altre, è diventata un esempio positivo da seguire. Basta conoscere la sua storia e parlare con lei per capire che dedizione, forza e coraggio possono tutto. Ha iniziato la boxe a 12 anni, poi è cresciuta, ha vinto un bronzo e un argento agli europei, nel 2015 ha vinto la medaglia d'oro ai mondiali femminili juniores ed è considerata la pugile under 20 più forte al mondo. È soprannominata Butterfly, perché sul ring vola. Oggi Irma è molto di più di una farfalla, perché ci insegna che "fare a pugni" è uno sport anche per le donne, per quelle che hanno un sogno nel cassetto e sono pronte a salire sul ring per realizzarlo. 

Che cosa rappresentano per te le Olimpiadi un punto d'arrivo o uno di partenza?«Per adesso un punto d'arrivo. Partecipare alle Olimpiadi era un sogno che ora si realizza. Poi, però, è l'inizio di una vita da atleta». 

Qual è la tua giornata tipo?«La sveglia suona presto, faccio il primo allenamento alle sei mezza del mattino, poi colazione, un secondo allenamento alle 11 e un terzo più importante alle 15. Svegliarmi presto è diventata un'abitudine automatica che ormai non mi pesa più. Tra un allenamento e l'altro leggo molto, mi piace Dostoevskij e anche la vita di Frida Kalo. A volte mi piace guardare qualche film, stare con gli amici e poi studio per il diploma di ragioneria». 

Hai una musica che ti dà la carica?«Mi piacciono le musiche dai ritmi lenti. Prima di una gara ascolto Ludovico Einaudi, non amo le musiche movimentate per darmi la carica, preferisco quelle che aiutano la concentrazione». 

Hai un personaggio dello sport a cui ti ispiri?«Valentina Vezzali e Federica Pellegrini perché hanno dato tanto allo sport italiano e sono due atlete davvero brave».

Qual era il tuo sogno da bambina?«Ho iniziato a 12 anni, il primo sogno era quello di entrare in Nazionale, poi di partecipare alle Olimpiadi. Oggi, naturalmente, è vincere l'oro». 

Che cosa ti ha insegnato la boxe?«La determinazione, la grinta e il coraggio: questo sport è capace di tirarti fuori tutte queste qualità insieme». 

Secondo te che cosa rende speciale la boxe per le donne?«La boxe insegna ad avere autocontrollo, a non agire d'impulso e a non fare le cose azzardate. È un bellissimo insegnamento». 

Che cosa serve per avere successo?«La testa sulle spalle e i piedi per terra. Perché è importante raggiungere il successo, ma devi sapere che domani arriverà qualcuno più forte di te». 

Il tuo piatto preferito?«Il sushi! Ci vado matta e lo mangio anche due volte alla settimana». 

Hai un portafortuna?«Sì e ci tengo molto: è un oggetto, un pupazzo fatto a mano che mi ha regalato una mia carissima amica». 

Come ti vedi fra dieci anni?«Spero di vedermi con un oro olimpico e di diventare un falco della polizia. Voglio essere una poliziotta che lavora sul campo». 

credit foto Boxeur des Rues