È quasi passato un anno dalla laurea e dalla fine dell'università, ma mi sembra ieri. Dicono che il matrimonio sia il giorno più importante della tua vita. Nelle mie fantasie sul futuro, però, non ci sono mai stati bouquet e abiti bianchi a sirena: ho sempre sognato di diventare una donna in carriera, indipendente e, perché no, ricca. Se poi c'è un ragazzo al mio fianco, tanto meglio. Puoi dunque immaginare che emozione io abbia provato a indossare finalmente la corona di alloro e a sentirmi chiamare dottoressa.

Tutto è successo molto in fretta. L'ultimo esame alla mia università (il più difficile e passato per miracolo), i mesi chiusa in biblioteca per preparare la tesi e poi, finalmente, la proclamazione. Mi sono goduta le congratulazione dei parenti e gli abbracci affettuosi degli amici. Ci sono stati fiumi di spumante e un buffet niente male. Eppure, se guardi le foto di quel giorno, i miei grandi sorrisi (complice lo spumante) tradiscono qualcosa: un'espressione perplessa. Hai presente la faccia di Dustin Hoffman nell'ultima scena del film Il Laureato, quando si ritrova a bordo dell'autobus, accanto alla sua bella neo sposa, e guarda nel vuoto? Ecco, sto parlando proprio di quell'espressione, che possiamo sinteticamente descrivere così: "Ok, mi sono laureata: ma adesso che cavolo faccio?".

Da quel giorno nella mia vita ci sono stati parecchi cambiamenti. Mi sono successe cose che non avrei mai immaginato e ne ho fatte altre che non mi sarei mai aspettata di essere capace di fare. Che tu abbia già vissuto questa fase oppure no, in ogni caso è proprio vero che il primo anno da laureata è davvero speciale. Ecco 5 cose che ho imparato.

1. L'università ti apre la mente, spetta a te riempirla. 

All'università ho studiato nozioni affascinanti e preziose per la mia formazione personale ma il mondo del lavoro richiede competenze pratiche che purtroppo spesso non si imparano sui banchi. In più, non sempre i corsi di laurea ti indirizzano verso uno sbocco professionale preciso. Per questo è importante coltivare da soli delle conoscenze più work oriented. Una certificazione in una lingua straniera e un corso di informatica, anche base, o sull'uso di un software attinente all'ambito professionale che più ti interessa, possono essere un ottimo modo per integrare le tue conoscenze teoriche con specifiche esperienze pratiche.

2 Il lavoro dei sogni non esiste ma esiste il sogno di avere un lavoro. 

Il mio primo obiettivo è stato trovare il mio lavoro dei sogni. Il fatto di avere intorno a me così tanti esempi di donne di successo che, con impegno e dedizione, erano arrivate al top, mi ha spinta a darmi da fare per diventare il prima possibile come loro non c'era tempo da perdere! Ma purtroppo il lavoro dei sogni non è lì, pronto all'uso. Ti può capitare addirittura che quello che hai sempre voluto fare, una volta che lo sperimenti davvero, ti delude. La cosa più importante, in questo momento di confusione, è arrivare a comprendere il tuo talento,ciò in cui davvero sei portata. Ho capito che bisogna ammettere i propri limiti e, magari, accantonare la fantasia di fare compagnia ad Astro Samantha nella sua prossima spedizione (almeno per ora, mai dire mai). In compenso, mi sono scoperta molto sicura delle mie qualità. Se hai la consapevolezza di quello che sai fare e di ciò che vuoi imparare, le opportunità arrivano.

3 Il primo colloquio di lavoro è come un esame di cui non sapevi che c'erano da studiare anche gli appunti.

Il mio primo colloquio di lavoro è stato un disastro. Sono arrivata con un'ora d'anticipo. Pioveva e non avevo l'ombrello. Dopo aver preso abbastanza acqua da rovinare l'elaborata pettinatura a che mi ero fatta per darmi un tono, mi sono rifugiata sotto la pensilina di un tram e, nell'attesa, ho iniziato a sfogliare Cosmopolitan cercando di rilassarmi. Quando, giunta la fatidica ora, mi sono presentata ai responsabili del personale dell'azienda, mi sono sentita come paralizzata sotto lo sguardo dei loro occhi attenti, pronti a giudicare ogni mio gesto. In quel momento ho provato proprio la stessa sensazione di quando ti presenti a un appello avendo studiato poco o niente. Quanto mi sono sentita piccola e stupida! Eppure sono piaciuta e, qualche giorno dopo sono stata contattata. Le mie insicurezze non hanno impedito che emergesse il mio potenziale.

4 Gli esami finiscono solo se smetti di metterti alla prova. 

Ce l'hanno ripetuto mille volte, gli esami non finiscono mai. Quando però l'ultimo esame universitario è superato, ottenere buoni risultati non è più una questione di voti, ma di obiettivi personali. Ti trovi faccia a faccia con le tue ambizioni. Non farti impaurire. Chi si accontenta professionalmente, potrà condurre una vita tranquilla e si sentirà infinitamente rilassato. Chi, invece, è determinato a imparare cose nuove nella prospettiva, un giorno, di fare carriera, dovrà fare spesso i conti con uno stress simile a quello che accumuli nelle giornate passate ad aspettare che il professore chiami per l'interrogazione. Però ne vale la pena, no?

5 Nelle aule universitarie rimarrà sempre un pezzo del tuo cuore.

Forse i nuovi studenti troveranno, tra le briciole di cracker sotto i banchi, anche qualche pezzetto del mio cuore, rimasto lì a seguire le lezioni che amavo di più. Non scorderò mai le lezioni di Arte Contemporanea né quelle di Storia del Cinema ma non solo: in fondo tutte le discipline che ho studiato all'università mi hanno arricchita. Erano utili? Mi hanno preparata al lavoro? Mi aiuteranno a trovare il mio posto nel mondo? Non lo so ma sicuramente so che era emozionante essere lì, con l'orecchio teso e gli occhi sbarrati, ad ascoltare le lezioni appassionate dei miei professori. Che anni meravigliosi!

*Anna si è laureata nel 2015 in Lettere Moderne indirizzo artistico all'Università Cattolica di Milano

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Nella foto: Reese Witherspoon nel film La rivincita delle bionde a pochi mesi dalla laurea in legge ad Harvard colleziona molti preziosi insegnamenti (senza contare che segue tutte le dritte di Cosmopolitan).