A Sanremo 2023 ha trionfato il dibattito sul benessere mentale

Di questo Sanremo 2023 ricorderemo i baci a sorpresa - quello di Rosa Chemical a Fedez nel corso dell'ultima serata - il tripudio di rose e rabbia di Blanco, i look con messaggio di Chiara Ferragni, il bellissimo monologo di Chiara Francini sulla maternità. Ricorderemo, ovviamente, anche le canzoni, non solo quelle che sono arrivate nel podio dei primi cinque, classifica in cui ha trionfato Marco Mengoni con "Due vite".

È il terzo posto di Mr.Rain con la sua dolcissima "Supereroi" a ricordarci quanto, oltre le solite diatribe legate a Sanremo, quest'anno a trionfare sul palco dell'Ariston sia stato il dibattito sul benessere mentale. Il brano del rapper e produttore parla di ansia e depressione, del coraggio di chiedere aiuto, di come vicini si diventi «invincibili». Un testo prezioso, che bypassa lo stereotipo dell'uomo che fatica ad ammettere di essere fragile, culturalmente ancorato al dibattito sulla salute psicologica. A Mr. Rain e alle sue parole va il merito di aver spogliato la vulnerabilità di ogni orpello, di averla cantata in modo leggero e commovente (complice il coro di bambini che lo ha accompagnato sul palco in diverse esibizioni) e di aver detto al pubblico sanremese che no, non c'è niente di male ad ammettere di non stare bene.

«A volte chiedere aiuto ci fa paura / Ma basta un solo passo come Il primo uomo sulla luna / Perché da fuori non si vede quante volte hai pianto / Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro»

Anche Levante, con la sua "Vivo", ha raccontato una sorta di risveglio di sensi e intenzioni. La sua canzone è il racconto onirico di un post parto difficile, in cui, temporaneamente spogliata di sé e delle sue ambizioni, si è ritrovata a dover cercare quella parte di lei così fondante eppure perduta. Un bell'inno che inizia con una frase emblematica: «O sorrido o piango, non so fare altro» e finisce con un liberatorio «sogno erotico» in cui la gioia del suo corpo è «un atto magico».

Levante sul palco dell’Ariston

L'equilibrio psicologico passa anche da un rapporto armonico e non disfunzionale con i propri genitori. Ed è per questo che la canzone di Gianluca Grignani "Quando ti manca il fiato", dedicata al legame conflittuale con un padre complicato, acquista ancora più valore se pensiamo al percorso di vita dell'artista. La sua esibizione nella serata duetti con Arisa sulle note di "Destinazione paradiso" ha trasformato la vulnerabilità vocale e le fragilità in un potere che ha commosso il pubblico. E quell'«Abbiamo fatto un casino, Gianlù» di Arisa, bisbigliato dall'artista alla fine di una performance particolarmente caotica persino per il palco dell'Ariston, racchiude in sé molto più di quello che ci si può aspettare. Un trionfo di spontaneità, forse la cosa più bella del festival.

A colpire, infine, sono state anche le canzoni il cui testo non dibatte di benessere mentale, ma che sono interpretate da artisti che non hanno mai nascosto la loro battaglia con demoni e malesseri. Il frontman dei Modà Kekko Silvestre è un emblema. A lungo malato di depressione, è stato lontano per anni da palchi e sale di registrazione. Fino a Sanremo 2023, che ha visto il suo trionfale ritorno in scena. «Non ce la facevo neanche ad alzarmi dal letto, mi vergognavo di ciò che stato passando», ha raccontato in diverse interviste l'artista ricordando i momenti più bui della sua vita. In quegli anni duri, i suoi colleghi lo hanno semplicemente aspettato, senza mai abbandonarlo. E il suo ritorno sul palco dell'Ariston con "Lasciami", più che una performance, è diventata un bel manifesto di come rinascita, musica e amicizia siano tre cose strettamente collegate, oltre ogni stereotipo che impone di non discutere apertamente di limiti e paure. Parlarne non garantisce guarigione, ma può di certo alleviare i tormenti.

Kekko Dei Modà