Un'iniziativa nata spontaneamente sul web sta già facendo la differenza per molte vite. Aiutare e accogliere sono le parole chiave che, anche dall'Italia, possono sostenere i rifugiati ucraini che stanno cercando di raggiungere paesi amici, fuggendo dalle bombe. Si sono mobilitate le grandi onlus, le star, i governi. Ma la bella idea che è nata per caso su internet e oggi è diventata una best practice da ammirare e studiare (oltre che da replicare) punta a raggiungere chi è bloccato in Ucraina, garantendo a queste persone liquidità e supporto. Tutto è nato dal tweet di un utente che ha suggerito ai suoi followers di seguire il suo esempio e prenotare dei soggiorni negli appartamenti degli host ucraini tramite Airbnb. Non per andarci davvero, ovviamente. Ma solo per mostrare solidarietà e trasferire denaro in modo efficiente a persone che hanno perso tutto, forse anche quella casa che ora compare, bellissima e intatta, sul sito di prenotazioni.

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Questa catena di aiuto si è tramutata in un'operazione globale bellissima: il The Guardian riporta che nei primi giorni circa 60 mila case di Airbnb in Ucraina sono state prenotate con questo intento, moltissimi da utenti degli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. In realtà chiunque può prenotare un appartamento tra quelli disponibili sulla piattaforma anche dall'Italia, per di più con la consapevolezza che Airbnb, in via straordinaria, non addebiterà la fee prevista per gli host. Lo ha fatto sapere il CEO Brian Chesky che si è detto felicissimo che la piattaforma possa fare la differenza in una situazione come questa e ha bloccato le operazioni di Airbnb in Bielorussia e Russia. Aggiungere un messaggio di amicizia e affetto alla prenotazione come hanno già fatto migliaia di persone avvalora ancora di più questo gesto. E le risposte degli host sono ancora più preziose, testimonianza diretta dell'orrore e del potere della solidarietà.

Tra le iniziative già attive dell'azienda, anche quella di offrire 100 mila appartamenti ai rifugiati col supporto di una comunità davvero reattiva e generosa. Anche questa possibilità è realizzabile dall'Italia, mettendo a disposizione le case già listate nel nostro paese su Airbnb.

Adesso si punta a rendere fluida l'economia in un paese in cui le persone stanno perdendo tutto, muovendo fondi e raccolte dirette per la popolazione tramite grandi piattaforme simili a Airbnb. La proposta di altri utenti Twitter, ad esempio, è quella di aiutare gli artigiani locali comprando su Etsy i loro prodotti. Anche se non potranno essere realizzati praticamente, l'acquisto fittizio fungerà da donazione.

E non mancano, ovviamente, le manifestazioni di supporto da parte delle celebrità. In particolare è da segnalare l'impegno di Mila Kunis e del marito Ashton Kutcher, che, proprio in collaborazione con la fondazione di Airbnb, hanno contribuito a raccogliere 15 milioni di dollari per i rifugiati.