Dal 7 al 19 dicembre, a Montreal, si è svolto il 15° incontro della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica, in cui le Nazioni Unite si sono incontrate per definire il futuro della Biodiversità del nostro Pianeta.

La crisi della biodiversità non è da sottovalutare, perché incide anche sul destino dell’uomo. Infatti, l’ambiente naturale ci fornisce risorse fondamentali come cibo, acqua, ossigeno e sostentamento economico, dato che gran parte del Pil globale dipende dalla natura.

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PetruStan//Getty Images

Le attività dell’uomo come la pesca, la caccia, l’inquinamento, le eccessive emissioni che causano il cambiamento climatico, sono le cause principali della perdita di biodiversità. Lo scopo della Conferenza sulla Diversità Biologica è quello di assicurare un futuro in cui «la biodiversità è valorizzata, conservata, ripristinata e usata con saggezza, preservando i servizi ecosistemici, sostenendo un pianeta in salute e i benefici essenziali per tutte le persone», citando le parole della convezione sulla diversità biologica.

Dopo giorni di discussioni i 196 Paesi che fanno parte della Convenzione hanno adottato uno storico accordo, battezzato “Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework”. Il cuore dell’accordo è la protezione del 30% del Pianeta da raggiungere entro il 2030, proteggendo aree terrestri, marine e le acque interne. La strategia per raggiungere l’obiettivo è l’implementazione di una rete di aree protette collegate e ben gestite, a livello sia terrestre che marino.

Il mare, in particolare, ricopre dei ruoli fondamentali per la produzione di ossigeno, il sequestro dell’anidride carbonica e la regolazione del clima. Processi che avvengono grazie al delicato equilibrio tra gli organismi che lo abitano e l’ambiente. Solo proteggendo almeno il 30% dell’oceano entro il 2030, sarà possibile preservarne le funzionalità. Un grande obiettivo, che forse adesso sarà raggiungibile grazie a una tabella di marcia per proteggere, ripristinare e utilizzare la natura in modo sostenibile e grazie a una collaborazione internazionale.

Articolo redatto in collaborazione con 30x30.