Frozen 2 è finalmente arrivato al cinema, dopo 6 anni di attesa, ma c'è una questione a cui il film della Disney non risponde: Elsa è lesbica o no? La domanda è calda perché, per anni, il movimento #GiveElsaAGirlfriend ha cercato in tutti i modi di spingere la Disney a inserire la storyline di una relazione gay di Elsa, che è il personaggio perfetto, se ci pensi, da trasformare in un'icona LGBTQ+ in un momento altrettanto perfetto per spingere sul concetto che non c'è diversità, ma solo identità. Elsa ci piace sempre perché è forte ma ha anche la testa piena di dubbi, cerca di capire chi è senza allontanarsi dalla sua famiglia e va all'esplorazione dell'ignoto con tantissimi punti interrogativi per cercare se stessa.

Noi che Frozen 2 al cinema questo Natale lo abbiamo visto (ed è bellissimo, più complesso e ricco del primo e per questo più "forte") abbiamo amato la sorellanza power di Anna e Elsa, ma ci siamo anche fatti parecchie domande sul personaggio della regina dei ghiacci e sulla sua identità: era necessario che Elsa fosse dichiaratamente lesbica, oppure va bene lasciare la sua sessualità all'interpretazione di chi guarda il film di Frozen 2?

Elsa è lesbica? I segnali ci sono ma sei tu a interpretarli

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In Frozen 2 Elsa va a caccia delle sue origini e se vuoi trovare un senso al suo viaggio devi ascoltare la canzone Into the unknow, che è la main track cantata nei titoli di coda dai Panic! At the disco e in Italia è stata lanciata dai Negramaro con il titolo Nell'ignoto. Elsa in quella canzone dice alla voce che sente in testa e che la attira di lasciarla stare e prova a ignorare la "sirena" che la chiama per allontanarla dalla sua famiglia e dalla sua comfort zone. In Frozen 2 le canzoni sono anch'esse racconto e questa ha la sua vera forza in ligua originale: "I can hear you but I won't, Some look for trouble while others don't. There's a thousand reasons I should go about my day and ignore your whispers which I wish would go away".

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Tu cosa leggi nelle parole di questa canzone di Frozen 2? Noi un doppio significato, che si applica bene all'intento della Disney di regalare ai bambini di ogni età una storia d'avventura indimenticabile, dall'altro anche al percorso personale di Elsa che poteva dichiarare il suo essere in Frozen 2 lesbica con una storia d'amore. Elsa proprio non si riconosce nel suo ruolo: è una regina ma non vuole esserlo, nel suo profondo sente di essere qualcos'altro e ha una voce dentro che le dice di cercare la sua *vera* identità. In Let it Go se ricordi bene decideva di abbracciare i suoi poteri, che sono il simbolo del suo essere diversa dagli altri, mentre in Frozen 2 troverai il cambiamento e la trasformazione in un percorso a tutto empowerment che chiude un cerchio.

A un certo punto in Frozen 2 viene anche introdotto un personaggio femminile al quale Elsa si avvicina per scoprire la verità sul suo passato, ma rimane uno spunto, una delle possibili vie di ciò che avrebbe potuto essere. Eppure i segnali di un doppio senso ci sono tutti e sta a te coglierli e dargli il significato che vuoi. In un certo senso, suona bene in ogni caso: Elsa non sa chi è e si incammina per scoprirlo nonostante tutto.

Ma serve davvero che Elsa faccia coming out?

Il sogno di vedere Elsa con una fidanzata non si è realizzato e forse sì, vale la frase "se non ora quando?", soprattutto perché sarebbe stato bello raccontare la favola di Frozen da questo punto di vista ai bambini che amano Elsa per la sua carica power a metà tra la principessa e la super eroina. Se Elsa può costruirsi un castello di ghiaccio, può affrontare le sue paure e può fare coming out perché non posso farlo io?

Ma la realtà è che secondo noi Elsa non ha bisogno di tutto questo per affermarsi come persona ed è un discorso che vale non solo se fosse stata lesbica, ma anche se fosse stata etero. Lei trova la sua strada da sola con il supporto di sua sorella e dei suoi amici e alla fine emerge, capisce che l'ignoto di cui aveva paura e che la spaventava non è un limite che la allontana dagli affetti, ma una spinta a credere di potercela fare sempre, magari con qualche inghippo qua e là, ma senza mollare.