Tra i fiori di bach, Star of Bethlehem, la stella di Betlemme, è un fiore a forma di stella a sei punte, come ci suggerisce il nome, fa parte della famiglia delle liliacee, come il Lilium, una pianta a bulbo molto comune in Italia. Fiorisce in primavera da aprile a maggio.
Vantaggi psico dello Star of Bethlehem
Il rimedio ha la capacità di lavorare sui traumi, va a consolare e risanare le tue ferite, anche quelle antiche. Sblocca, libera l'energia, risveglia e porta all'accettazione delle emozioni cristallizzate che iniziano così a fluire. Ti aiuta a riconnetterti con ciò che si era scollegato. A volte la sua assunzione ti può far tornare il ricordo di traumi o esperienze dolorose del passato, le fa riaffiorare per permetterti di interiorizzarle, accettarle e superarle, processo indispensabile per la riarmonizzazione.
Il pronto uso di questo fiore di bach
Ti viene consigliato quando senti una sensazione di disperazione, scoraggiamento profondo per un trauma non risolto. Quando provi angoscia a causa di situazioni che ti hanno causato tanta infelicità: come lo schock in seguito a una cattiva notizia, la perdita di una persona cara, lo spavento per un incidente o altri eventi simili. Di fronte a un dolore spesso la sofferenza viene repressa e trattenuta all'interno, bloccando la parte emotiva. In pratica come se ci fossero dei "lividi dell'anima" per cui poi ti bastano delle esperienze anche piccole, che in qualche modo si ricollegano al ricordo, per sentire male, proprio come quando si sfiora un livido.
Star of Bethlehem: benefici sul corpo
Stimola la riparazione di ferite, è un buon cicatrizzante, si può usare puro sulla pelle oppure mischiando qualche goccia in una crema base. Ha anche un effetto rilassante sui muscoli. Se lo usi subito sui lividi dopo una caduta ti allevia enormemente il dolore, portando un immediato sollievo.
L'ESPERTA Sonia Cabiaglia, naturopata, specializzata in fitoterapia e cromopuntura, esperta iridologa e riflessologa, utilizza anche tecniche manuali dell'ayurveda e della medicina cinese.
