I disturbi alimentari sono una serie di patologie caratterizzate, per i soggetti interessati, da alterazioni nelle abitudini alimentari e da eccessive preoccupazioni per il peso e le forme del corpo. Problemi e disturbi non derivano da malfunzionamenti del tratto digerente o intestinale, quanto piuttosto da sofferenze e disordini di natura psicosomatica che insorgono il più delle volte – ma non sempre – durante l'adolescenza e colpiscono più frequentemente donne e ragazze rispetto ai maschi.

QUALI SONO I DISTURBI ALIMENTARI

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell'American Psychiatric Association (DSM-IV), nel 1995 ha suddiviso e classificato i vari tipi di disturbi alimentari. Anoressia e bulimia rientrano nelle prime due grandi categoria, mentre della terza fanno parte i disturbi alimentari non altrimenti specificati. A loro volta le varie macro-categorie sono suddivise in diversi sottogruppi, a seconda delle caratteristiche dei disturbi stessi.

DISTURBI ALIMENTARI, LE CAUSE

Chi soffre di disturbi alimentari esprime la propria sofferenza interna, spesso notevole e incontrollata, nel rapporto particolare, malsano con il cibo e con il suo corpo. L'alimentazione è il primo pensiero di chi è vittima di questi disturbi, ciò che condiziona il modo di vivere, di nutrirsi, di relazionarsi agli altri e anche a se stessi.

Le persone anoressiche, per esempio, credono di acquisire potere e capacità di autocontrollo proprio riuscendo a fare a meno del cibo. Si sentono autosufficienti, non dipendenti dal cibo, che anzi rifiutano.

Chi soffre di bulimia, invece, si nutre continuamente per soddisfare bisogni di tipo emozionale, non alimentare.

Ma, nel dettaglio, quali sono i disturbi alimentari e le loro caratteristiche?

SINTOMI DEI DISTURBI ALIMENTARI

Chi soffre di anoressia nervosa generalmente presenta un peso corporeo anche notevolmente al di sotto della norma, è costantemente in ansia per la possibilità di ingrassare, ha una percezione alterata del proprio aspetto (letteralmente, si vede molto più in carne di quanto sia) e, infine, dall'assenza di perdite mestruali.

I libri sui disturbi alimentari distinguono tra anoressia di tipo restrittivo, in cui i soggetti coinvolti mangiano pochissimo, sono sempre a dieta e in costante esercizio fisico, e anoressia di tipo bulimico, in cui l'assunzione anche abbondante di cibo viene compensata da condotte di auto eliminazione come vomito indotto, lassativi o diuretici, o da intensa attività fisica.

I soggetti bulimici di solito ricorrono a frequenti abbuffate dettate dal desiderio di compensare tristezza, stress, depressione, senso di esclusione oppure dall'intensa fame successiva a diete molto drastiche. Si fa riferimento a due tipi di bulimia: quella con condotte di eliminazione e quella senza tali condotte, che porta inevitabilmente a uno dei più tipici disturbi alimentari: l'obesità.

Alla terza categoria, quella dei disturbi alimentari non altrimenti specificati, rientrano quelle patologie che rispecchiano sia il quadro dell'anoressia sia della bulimia, ma con alcune varianti. Il ciclo mestruale, per esempio, si presenta più o meno con regolarità, mentre il numero di abbuffate tipico della bulimia è solitamente ridotto. In questa particolare categoria di disturbi alimentari psicogeni rientra l'alimentazione incontrollata, spesso alla base dell'obesità di molte persone.

PREVENZIONE DEI DISTURBI ALIMENTARI

Chi soffre di disturbi alimentari nella stragrande maggioranza dei casi non se ne rende neppure conto, non chiede aiuto, anzi molto spesso lo rifiuta. È qui che entra in gioco il ruolo dei familiari, degli amici, delle persone importanti e significative per i soggetti afflitti dal problema.

Nel 90% dei casi sono i genitori a contattare un'associazione per i disturbi alimentari o ad affidare la figlia o figlio a uno psicoterapeuta. Disturbi alimentari come l'anoressia o la bulimia sono molto spesso associati ad altre patologie di natura psichiatrica, prima di tutte la depressione. A volte, però, possono giocare un ruolo importante l'abuso di droghe o di alcol, crisi di ansia, disturbi ossessivo-compulsivi e della personalità, che spesso accompagnano i disturbi di natura prettamente alimentare.

Comprendere la ragione dell'insoddisfazione, della crisi, è il primo passo da fare per affrontare e vincere il problema. Se è il caso, si può anche ricorrere all'aiuto esterno. Sempre più numerose sul territorio nazionale sono infatti le comunità per i disturbi alimentari, centri specializzati nell'accompagnamento ai soggetti che presentano sintomi e patologie più gravi.

Sconfiggere i disturbi alimentari non è una possibilità, ma un dovere.