Ma lo sapevi che tanta soia può rallentare la tiroide? Ormai la soia è ovunque: nel cappuccino al bar, nell'hamburger vegano, nei dessert senza lattosio. E poi è sana, almeno così pensi. Sostituisce prevalentemente
il latte e i suoi derivati e, con le sue proteine, copre il fabbisogno
quotidiano dei vegetariani. 

«Eppure, farne un uso eccessivo e continuato può non essere una
scelta sana», dice Linda Leonardi, medico di Torino, specialista in endocrinologia e malattie del ricambio

La soia e i suoi derivati (tofu, latte, germogli) contengono
infatti  isoflavoni che, secondo numerosi studi, interferiscono con la normale funzione degli ormoni
nel corpo. 

In particolare,  gli isoflavoni della
soia possono interagire con gli ormoni prodotti dalla tiroide
: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), che regolano principalmente i processi metabolici ed il consumo di energia dell'organismo. 

Un consumo eccessivo di soia potrebbe rallentare la funzione della tiroide  – causare tiroiditi (infiammazione della tiroide) fino ad arrivare  gozzo (ingrossamento della ghiandola tiroidea) – con conseguenti aumento di peso, ritenzione idrica e stanchezza. Ma anche problemi legati alla fertilità e alla memoria.

Una recente ricerca ha confermato che mangiare appena 30 grammi di soia al giorno –per un mese – può determinare un aumento significativo dell'ormone che stimola la tiroide (TSH), prodotto dalla ghiandola pituitaria del cervello quando gli ormoni tiroidei sono troppo bassi. 

Morale: «Mangiare soia si può, ma non tutti i giorni e tre volte al giorno. Meglio a giorni alterni e una sola volta al giorno», aggiunge Leonardi. «E se proprio non se ne può fare a meno, è importante sottoporsi regolarmente a un esame (del sangue) di dosaggio del TSH, per monitorare eventuali alterazioni. Ed è bene evitare il consumo di soia se si soffre di tiroiditi e si fa già uso di tiroxina».