La proposta di legge per il congedo mestruale è stata presentata nei mesi scorsi, ma negli ultimi giorni si è tornati a parlare della possibilità di usufruire di alcuni giorni al mese a causa del ciclo mestruale doloroso perché la proposta è in discussione in Parlamento e si spera venga approvata il prima possibile. A porre l'accento sulla necessità che l'iter legislativo non resti fermo è la deputata del Pd Romina Mura che ha firmato la proposta.

L'eventuale congedo mestruale è stato pensato per le donne che lavorano nelle aziende pubbliche o private che soffrono di dismenorrea, ossia di un ciclo mestruale doloroso.

I dati parlano chiaro: la percentuale di donne che in Italia soffrono di dismenorrea va da 60 al 90 per cento e causa fino al 51 per cento di assenteismo a scuola e dal 5 al 15 per cento di assenteismo al lavoro.

Che il ciclo mestruale doloroso possa provocare l'impossibilità di lavorare per alcune donne se ne sono accorti da tempo sia in alcuni paesi dell'Oriente, sia nei paesi anglosassoni: a Bristol, nel Regno Unito, la Coexist è stata una delle prime aziende private che ha capito la necessità e il diritto delle donne di restare a casa nei giorni di ciclo.

Se durante il ciclo soffri di mal di testa, dolori addominali o, come accade a molte, non riesci neppure ad alzarti dal letto potresti usufruire del congedo, ma ecco come potrebbe funzionare la legge.

Il congedo per il ciclo mestruale: come sarà?

La legge presentata in Parlamento ha un unico articolo diviso in diversi punti.

1. Puoi chiedere il congedo mestruale se soffri di dismenorrea per un massimo di tre giorni al mese.

2. Per chiederlo dovrai presentare al datore di lavoro la certificazione medica, che va rinnovata entro il 31 dicembre di ogni anno e presentata al datore di lavoro entro il 30 gennaio.

3. Durante il congedo sono dovute contribuzione piena e indennità 100% della retribuzione giornaliera.

4. Puoi richiedere il congedo mestruale se hai un contratto subordinato o parasubordinato anche part time o a progetto.