Un giorno in redazione il direttore lancia l'idea: «E se ognuno di noi provasse uno sport olimpico? Tu Gaia visto che stai a Torino potresti andare a vogare sul Po!». Detto, fatto. Eccomi alla Società Canottieri Armida pronta per l'avventura.
A ricevermi c'è Gian Luigi Favero, il presidente del circolo, e il mio istruttore: Paul Newman. Esatto proprio lui. Un'apparizione: biondo, atletico, alto due metri. In realtà si chiama Amedeo Mafucci, è un canottiere professionista e oggi mi insegnerà un sacco di cose. Eccone alcune che ho imparato sul campo, facendo la mia prima lezione di voga.
1. Non potrei battere il record del mondo neanche in motoscafo! Il record del mondo del canottaggio in coppia femminile è di 7 minuti, 1 secondo e 39 decimi, ottenuto il 27 luglio 1996 alle Olimpiadi di Atlanta in USA. Il record mondiale è della Romania, che a Siviglia nel 2002 ha tagliato il traguardo in 6:53.80. Prova a indovinare per quanti metri hanno vogato in quei pochissimi striminziti minutini? Appena 2000 metri, percorsi alla velocità supersonica di circa 4,70 metri al secondo (corrispondono a 17 Km/h). La velocità a cui vai normalmente in bici, per capirci. Io non ci riuscirei a farli neanche di corsa, figuriamoci remando controcorrente su un fiume. In 20 minuti, per darti un'idea, io e Amedeo abbiamo vogato dall'Armida fino al Borgo Medievale, che distano circa 500 metri. Con l'attenuante che in pratica vogava solo lui, mentre io agitavo i remi a casaccio.
2. Ci vuole un fisico bestiale. Vogando si muove l'86% dei muscoli del corpo. Oltre a gambe e braccia lavorano gli addominali (bye bye pancetta), i pettorali (tradotto: seno più alto e tonico!), i dorsali (guadagni qualche centimetro in altezza perché tendi a tenere la schiena più dritta), i glutei (il lato B ringrazia). Chiaramente questi benefici arrivano col tempo, dopo tante sudate e un duro allenamento. Ai professionisti viene un fisichino da Maciste!
3. Si fa prima a dirlo che a farlo. Amedeo in questo video spiega i 4 movimenti della voga. Sembra facile, ma ci vuole un bel po' di allenamento prima che il movimento venga naturale. È come quando impari a guidare: devi pensare a mille cose tutte insieme (la frizione, il cambio, guarda gli specchietti, gira il volante...), poi a un certo punto ti viene automatico.
4. Ci vogliono grandi doti di coordinamento. Il movimento del canottaggio è molto fluido: il sellino scivola sui binari senza sforzo, i remi "spingono" via l'acqua dolcemente, tutto il corpo si muove in armonia. Ma se non muovi gambe e braccia assieme nel modo giusto è un attimo ritrovarsi con le braccia attorcigliate dietro la schiena.
Mentre facevo la mia vogata di prova ho incrociato una squadra di ragazzi e ragazze disabili: sono partiti con la loro barca e ci hanno superati a pieno ritmo. Scopro così che il canottaggio è uno degli sport più accessibili e meno discriminatori: lo possono praticare anche i bambini, gli anziani e le web editor fuori forma fisica come me! Chi ha disabilità fisiche o psichiche può praticare il para-rowing e, a livello agonistico, partecipare alle Paralimpiadi.