Ad aprire i Giochi delle Olimpiadi di Rio 2016 ci sarà anche lei, Lea T., la modella transgender, musa e assistente di Riccardo Tisci di Givenchy, popolare anche in Italia per aver partecipato in tv a un'edizione di Ballando con le stelle. Anzi, attualmente Lea in Italia addirittura ci vive: a Genova, dove è cresciuta perché è figlia dell'ex giocatore Toninho Cerezo che ha giocato a lungo prima nella Roma e poi nella Sampdoria. In un'intervista esclusiva alla BBC brasiliana, Lea si è dichiarata fiera di portare alle Olimpiadi la bandiera dell'inclusione ed essere la portavoce  della diversità di genere, orientazione sessuale e razza «in un momento in cui il Brasile sarà sotto gli occhi del mondo». 

Nata all'anagrafe con il nome di Leandro Cerezo, Lea ha accettato l'invito a partecipare  alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi  a Rio de Janeiro proprio con questo obiettivo: essere la prima transessuale con un ruolo di rilievo in un evento di tale portata, segnando di fatto la Storia non solo dei Giochi, ma dei diritti Lgbt nel mondo. «Non posso dire nulla sull'evento di inaugurazione, sarà una sorpresa. Ma il messaggio sarà chiaro: inclusione», ha dichiarato. «Tutti, indipendentemente dal genere, dall'orientazione sessuale, dal colore della pelle, dalla razza o dal credo religioso siamo esseri umani e facciamo parte della società. Il mio ruolo nella cerimonia aiuterà a trasmettere questo messaggio».  

Lea T. è bella e famosa, ma non dimentica i tanti ragazzi e ragazze transgender che affrontano ogni giorno il peso e, spesso, la violenza, delle discriminazioni. «Parlo di transessualità perché fa parte della mia storia, ma sono solo una rappresentante di una vasta comunità. So di essere una privilegiata perché i media mi ascoltano, ma ogni transessuale nella sua lotta quotidiana ha la stessa importanza per il movimento Lgbt», ha affermato.

Molte cose stanno cambiando, anche nello sport. La commissione medica del Comitato Olimpico Internazionale (Coi) nel 2003 si è pronunciata favorevolmente riguardo la possibilità che gli atleti che si sono sottoposti a intervento chirurgico per il cambio di sesso partecipino alle gare passando alla nuova categoria di genere. Nel 2015 il Coi ha invitato tutte le federazioni sportive a favorire queste richieste e le Olimpiadi di Rio 2016 sono la prima edizione dei Giochi nella quale questa raccomandazione è ufficialmente in vigore.   

Del resto, le Olimpiadi di Rio 2016, sembrano essere all'insegna dei diritti Lgbt anche al di fuori delle competizioni. Tra le migliaia di ragazzi volontari chiamati dall'organizzazione di Rio 2016 a dare una mano nei vari eventi, c'è anche Kamila Barros, una transessuale di 26 anni che ha avuto per la prima volta l'autorizzazione a utilizzare il proprio nome femminile, che esibisce con orgoglio nel tesserino di riconoscimento. C'è da giurare che la sera del 5 agosto al Maracanã, tra i 70 mila spettatori attesi (senza contare gli oltre 3 miliardi stimati in tutto il mondo davanti alla tv) ad applaudire Lea T., ci sarà anche lei!

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Adelaide Barigozzi
Editor

Reporter d'assalto e corrispondente dai Tropici in una vita precedente, oggi per Elle scrivo di attualità (ma non solo). Dopo 9 traslochi (tra cui uno transoceanico), ora ho piantato le tende a Milano, ma non mi tiro indietro se c'è un buon motivo per rifare le valige. Colore preferito: azzurro. Comfort zone: la spiaggia di Agrio Livadi a Patmos.