Dopo mesi spesi in Asia, avevo l'erronea convinzione che tutti i paesi si somigliassero in qualche modo. Le usanze e le abitudini, invece, variano enormemente da un paese all'altro e dopo sole due settimane spese qui posso dire di averne assaggiato le essenze fondamentali. Da quelle dolcissime dell'alba nella valle dei templi a Bagan, ai 61 km di trekking da Kalaw al lago Inle a quelle purtroppo amare dell'immondezzaio a cielo aperto in ogni angolo di strada nella capitale a Yangon.

L'esperienza è stata illuminante, e il mio solo rammarico è stato non avere più tempo da spendere in questo paese meravigliosamente faticoso. Il Myanmar è stato aperto al turismo solo di recente quindi se vuoi davvero godertelo genuinamente, è meglio affrettarti a comprare il biglietto, prima che diventi la disneyland per i turisti, come purtroppo è già accaduto per molti altri paradisi asiatici. Al di la dei bellissimi templi e pagode, disseminati ovunque, il Myanmar mi ha colpito per alcune differenze, a volte buffe a volte interessanti, che lo distinguono nettamente dagli altri paesi, ecco una breve lista di cosa aspettarti:

  • Il paese degli sputi color sangue: va bene la cultura e l'apertura mentale, ma questa usanza popolare mi resterà impressa con un filo di disgusto. Se entri per la prima volta in Myanmar e incontri un uomo con i denti intrisi di sangue, non ti scioccare, e non scandalizzarti se vedi gli uomini sputare questo liquido rossastro ovunque per strada. Si tratta del "Betel" una mistura di tabacco ed erbe avvolte in foglie da masticare. Che dire? A ogni paese la sua tradizione! Come direbbe Dante... «Non ti curar di loro ma guarda e passa», (e attenta a non essere presa di mira aggiungerei io).
  • La tipica tintura giallastra sul volto delle donne: È raro incontrare una donna che non applichi questa speciale mistura di un legno speciale chiamato Thanaka, usato come trattamento di bellezza per la pelle e protezione dal sole e segno distintivo delle donne del Burma. Lo ammetto: all'inizio mi chiedevo il perché al mercato cercassero sempre di vendermi questi pezzi di legno, credendo che fossero per accendere il fuoco. Beh io preferisco imparare così, invece che informarmi prima, curioso, chiedendo e faccio figure barbine!
  • Come ultima memoria che porterò del Myanmar, ho scelto quella più amara, quella delle donne immerse fino alle caviglie in pile di immondizia ed escrementi nel centro città, per raccattare pezzi di plastica e lamiera da riciclare. Io credo che quando si visita un paese per la prima volta, si debba vedere tutto, andare oltre la bellezza dei templi e della cultura, e vedere cosa c'e dietro tutto ciò.
  • Con una stretta al cuore, fra tre giorni lascerò questo paese che è un tesoro di sorprese tutte da scoprire. La stessa stretta al cuore che ho sentito lasciando la Cambogia, un'altro paese che, come il Myanmar visiterò nuovamente! Tanta bellezza, e tanta povertà, sono a volte una miscela unica che riesce a creare popolazioni dal sorriso disarmante che ti marchia il cuore per sempre.

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