Kate la modella. Kate la fidanzatina d’America. Kate il sogno della “piega perfetta”. Quante incarnazioni glam può raggiungere un solo personaggio televisivo? Dieci? Venti? Beh… Kate Austen è tutto questo e anche di più. È uno di quegli essere mitologici capaci – nell’ordine – di precipitare su un’isola deserta, combattere, tornare a casa per un varco spazio-temporale, sopravvivere a una bomba atomica, ritornare sull’isola ma 30 anni prima, sdoppiarsi fra passato e presente, ricombattere, essere fatta prigioniera, fuggire e ricongiungersi nel finale new age a tutti gli altri compari di viaggio.

Il tutto senza un capello fuori posto. Senza un’occhiaia. Senza una smagliatura. Sempre col suo benedetto (maledetto?) sorriso Durbans a 357 denti da sana e ipervitaminizzata ragazza della porta accanto.

Kate non conosce paura, né peccato. Ha ucciso, certo. Ha derubato. Ha perfino giocato col cuore degli altri. Ma sempre per un buon motivo. Criminale sì, ma solo perché costretta. Era inevitabile fare il tifo per lei, così come era inevitabile, per tutte le “lostiane” doc, dividersi fra chi smaniava per Jack, il moro chirurgo dal cuore d’oro e dall’animo cristallino, e chi languiva per Sawyer, il biondo truffatore (il bello e dannato fa sempre presa). Nel mezzo lei, che oscillava da uno all’altro con lo sguardo tenero da cucciola abbandonata e il cuore dell’amazzone senza pietà.

In Kate troverai un po’ del tuo carattere e molti dei tuoi desideri. Non negarlo: su quell’isola ti saresti comportata esattamente così.

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