Tre parole per descrivere Lori Grimes? Eccole: "Esempio per tutte”.

Povera donna, costretta a scappare inseguita da un’orda di zombie impazziti di fame, col figlio adolescente in una mano e una pistola nell’altra. Ti svegli una mattina e al posto del simpatico vicino di casa c’è uno che cerca di azzannarti un polpaccio. Mentre quell’indefesso tutore della legge del tuo consorte è finito in coma perché ha la stramaledetta abitudine di fare l’eroe nel momento meno opportuno.

Poi, quando pensi che il peggio sia passato e ti consoli fra le braccia nerborute del migliore amico di tuo marito… Zac! Il maritino rispunta fuori e riprende in mano la situazione, facendo finta di non sentire strani pesi sulla testa. Resti incinta, non sai di chi, e finisci ballonzolando sul tuo pancione qua e là per l’America fino a morire di parto in un carcere abbandonato.

Ma perché?, ti sarai chiesta. Te lo dico io, Lori. Perché gli USA delle fiction super adrenaliniche sono ancora il paese della Mayflower. Sono i nipoti dei puritani delle lettere scarlatte. Solo che ora certe cose non le possono più dire alla luce del sole e allora affidano il lavoro sporco a un’orda di non morti. E visto che in tutte le storie di corna sono i figli quelli che rischiano di più, gli sceneggiatori ti fanno sparare proprio dal tuo adorato primogenito.

Il messaggio arriva forte e chiaro a tutte le spettatrici. Anche in un mondo alla deriva, la famiglia vince sempre. Guai a mettersi strane idee in testa. Si rischia di finire male, sgranocchiata dall’ex vicino di casa, prima che da un avvocato.

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