Dunque, dov'eravamo rimaste. Ah, sì: Los Roques. È un parco nazionale, quindi una volta atterrate sulla pista di un aeroporto diciamo così essenziale (lo spazio per la frenata è il minimo indispensabile per non finire in mare) dovrete pagare una tassa di ingresso. Niente di trascendentale, solo che vi farà perdere un po’ di tempo, e noi ne avevamo perso già parecchio. L’abitato di Gran Roque è costituito di strutture di massimo due piani in stile coloniale, con strade di sabbia e non di cemento.

C’è una piazza centrale con qualche negozietto e il resto sono strade di posadas una affianco all’altra. Non vi servirà altro che i costumi da bagno, abbigliamento balneare essenziale, infradito, occhiali da sole, l’indispensabile repellente per zanzare (e anche contro i puri-puri, insetti microscopici nella sabbia che però fanno danni enormi) e un’ottima crema protettiva, dal fattore più alto possibile. Qui il sole picchia parecchio, e complice gli alisei che soffiano dolci, non ci si accorge di scottarsi finché non si torna alla posada la sera, e poi sono dolori. Nelle ore centrali della giornata, state sotto l’ombrellone, non c’è scampo al sole cocente.

Se vi piace fare snorkeling, portate maschera e boccaglio: le posadas migliori le forniscono gratuitamente ai clienti, altre le affittano. Non portatevi tacchi alti o abiti da sera: a Gran Roques dopo cena non c’è granché da fare, non ci sono discoteche ma solo un paio di locali che mandano musica caraibica, due bar graziosi dove gustarsi il tramonto con un mojito o una birra fresca in mano, il resto è la solita lotta tra l’uomo e la zanzara.

La sera non c’è bisogno di coprirsi, basta una pashmina se siete particolarmente freddolose (e se volete rendere la vita difficile alle zanzare). In ogni caso, la sera sarete talmente rintronate dal sole che andrete a letto presto con grande piacere. Riducete all’essenziale il bagaglio anche perché tutte le compagnie aeree applicano una franchigia di massimo 10 kg. L’eccesso ve lo faranno pagare.

Quasi tutte le posadas, sicuramente le migliori, offrono il trasporto alle isole con barche di loro proprietà. Il che è comodo ed economico (il servizio in genere è incluso nel prezzo), ma vi limiterà parecchio nella scelta delle isole da visitare. Le più belle infatti sono anche le più lontane (come Cayo de Agua, ad un’ora circa di distanza da Gran Roques) e per loro non c’è convenienza a portarvi fin laggiù. Si organizzano gite collettive verso le isole più famose, il riferimento è il banchetto di Oscar proprio vicino all’aeroporto, ma avete presente le gite collettive, no?

Ecco. L’ideale sarebbe ogni tanto affittarsi una barca privata, da sole o in compagnia di gente conosciuta disposta a dividere la spesa, che vi porti nei posti che scegliete voi. Certo, vi costerà qualcosa in più, ma la prospettiva di trascorrere l’intera giornata su una spiaggia lontana dalla civiltà con un numero imprecisato di sconosciuti con cui rischiare di scontrarsi durante lo snorkeling o la passeggiata vi dovrebbe convincere a fare uno sforzo economico in più e godervela come la Madonna di Coromoto (protettrice del Venezuela) comanda.

A Cayo de Agua vi consiglio di lasciare la spiaggia dove attraccano le barche agli altri turisti, e di arrivare a piedi dall’altra parte della lingua di sabbia che congiunge i due isolotti, dove troverete un faro abbandonato ed un’insenatura da favola. Se volete provare il brivido estremo della solitudine totale in mezzo al mar dei Caraibi, fatevi portare a Cayo Muerto o a Cayo Los Viejos, che non sono propriamente isole ma lingue di sabbia emersa, senza alberi né vegetazione né animali: la barca vi lascerà lì con ombrellone, sedie e un frigo portatile con acqua e viveri, per poi tornare a riprendervi all’orario concordato. Ed è veramente un’esperienza indimenticabile.

A Los Roques siamo state tre notti, in una posada non italiana, dove ci siamo trovate benissimo. Col senno di poi, una o due notti in più sarebbe stata la giusta permanenza per godersi tutto con calma. Poi, dipende anche con chi ci andate. Lì era pieno di coppiette, e credo che sia il posto giusto per loro. Se siete single e avete intenzioni bellicose, forse Los Roques non fa tanto per voi.

Siamo tornate in Italia dopo sedici giorni di viaggio a tratti inaspettato, cariche di esperienze diverse ma tutte interessanti, con tanti aneddoti per chi li vuole ascoltare e mille ricordi per affrontare l’inverno che arriva. E questo non vi sembra già tantissimo?

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