Ci sono paesi che ti restano addosso come un profumo persistente. Che credi di aver scordato ma che riaffiora in tutta la sua prepotenza olfattiva, appena apri un cassetto della tua memoria. Il Perù è uno di essi. Si insinua attraverso i sorrisi delle donne, si nasconde nel pelo dei camelidi che vivono ad altezze dove l'aria è rarefatta e, quelli di città come me, fanno fatica a respirare e si nasconde nelle pieghe delle Ande dove il cielo sembra così vicino da poterlo toccare con un dito. Tredici ore di volo per trovarsi letteralmente dall'altra parte del mondo. Per indossare il piumino, quando la canicola in Italia sta liquefacendo i marciapiedi.

Il nostro viaggio comincia a Lima, caotica capitale dalla nebbiolina costante ma dove non piove mai, in cui rilucono, nei cortili lontani dagli occhi dei curiosi, residenze dove vivono ancora i discendenti dei conquistadores. Il bistrisquadris avolo di Pizzarro, vive nella casa Aliaga, dove vasi Ming e urne con le ceneri dei discendenti convivono nello stesso salotto.

Ma Lima è solo un transito per volare ad Arequipa, ridente località a 2400 metri d'altezza dove comincia la nostra corsa attraverso le Ande. La cittadina si sta preparando, come il resto del paese, alla celebrazione per la festa dell'indipendenza (ndr 28 Luglio) e non mancano parate militari e di studenti. Non perdete una visita nel Monastero di Santa Catalina: dove le signorine bene (dalla secondogenita in poi, perché la prima trovava marito di default) venivano segregate per far carriera e diventare badesse. Nonostante la clausura, dentro quelle mura accadeva di tutto: tradimenti con stallieri, relazioni con alti prelati, nascevano addirittura figli. Non mancate di farvi raccontare il feuilletton da cinquanta sfumature dalle guide, con il cappellino di paglia. Incredibile, ma vero!

E poi si sale. In macchina, lungo tornanti degni di uno scenario da film. Profondissime gole a valle, tagliate da fiumi, neve e ghiaccio sulle cime, canyon scolpiti nella pietra. Fermandosi per filmare i greggi di alpaca e per rimediare uno “sputo” (ndr occhio a non avvicinarvi troppo, è il loro modo per segnalare pericolo) da parte di un lama riottoso ad essere ripreso. Il freddo sarà pungente ma non preoccupatevi. Ogni stazione di sosta, oltre a fornire il mate (tè corroborante fatto con foglie di coca , ottimo vasodilatatore per contrastare i sintomi del mal d'altezza), venderà, prodotti tipici. Cuffiette fatte a mano e sciarpe, vendute dalle signore locali a cifre bassissime. Così, starete al caldo facendo del bene e portando con voi un ricordo della vostra splendida giornata ad alta quota.

Pillole di consigli

Dove dormire. Casa Andina: catena autoctona, diffusa capillarmente in quasi tutto il Perù, con sistemazioni (dalle due alle cinque stelle) adatte a tutte le tasche. Non scendete, però, sotto le quattro (a meno che scegliate catene internazionali come Sheraton o Sonesta, che troverete, però, solo nelle grandi città): gli standard locali non sono esattamente quelli italiani e rischiereste di trovarvi a dormire senza riscaldamento (solo da un certo livello in poi presente) in camera!

Soroche: no grazie! Per combattere il mal d'altezza (o come lo chiamano i locali, il soroche) i locali usano molti espedienti. E' insidioso e si manifesta in molti modi: dal mal di testa alla nausea. Per contrastarlo, bevete continuamente (l'altezza disidrata) e tenete nello zaino una tavoletta di cioccolato fondente da sbocconcellare nel corso della giornata. Inoltre, approfittate delle ripetute soste per bere il mate de coca: vi scalderà e vi rilasserà.