Chi lo dice che per trovare un lavoro serve un curriculum perfetto? Se pensi di non avere le carte in regola, forse stai sottovalutando le tue qualità. L’aver “saltato” da un lavoretto all’altro, per esempio, è un punto a favore: ti ha permesso di imparare più cose. Ora si tratta di trovare il modo di farle fruttare.

«Se non conosci le lingue o hai tante esperienze lavorative brevi o diverse tra loro, nel cv devi evidenziare le competenze trasversali che hai sviluppato e le doti che ti hanno permesso di emergere», dice Linda Langella, Hr Talent Acquisition di Unilever. Per esempio, fare la baby sitter ti ha insegnato la pazienza, la cameriera l’affabilità. Tutte qualità spendibili sul mercato del lavoro.

«I titoli formali hanno perso appeal presso le imprese. Oggi ciò che conta è la capacità di documentare le doti acquisite a partire dalle proprie esperienze», conferma Pier Giovanni Bresciani, presidente della Società italiana di psicologia del lavoro e dell’organizzazione (Siplo). Ogni attività svolta, lavorativa e non, può arricchire il tuo cv, più del nome di un prestigioso ateneo. «Stiamo passando dal mercato del lavoro a quello delle competenze. Più dei titoli sono richieste le conoscenze che ognuno porta con sé, ciò che sa fare e le qualità personali», nota Bresciani.

«Una buona candidata deve saper gestire le diverse sfide del lavoro che l’aspetta: le attività extra studio, multiculturali, sportive o di volontariato fanno capire le tue potenzialità». Anche se hai il cv debole, allora, ce la puoi fare! Occorre solo valorizzare quello che hai fatto, anche se a prima vista ti sembra inutile. Il tempo perso non esiste: se non ti sei laureata, avrai vissuto altre esperienze. Devi solo stabilire cosa ti hanno insegnato
e trasformarle in carte vincenti.