Tu e lui sotto un cielo pieno di stelle: conosci qualcosa di più romantico? Peccato che concedersi una passeggiata illuminati dalla luce del firmamento sia diventata una possibilità più unica che rara. Ci ha mai fatto caso?

Soprattutto in città, se alzi gli occhi al cielo rischi di trovarti davanti a un tappeto di nebbia lattiginosa. Succede perché la luce artificiale di insegne, monitor e schermi giganti sempre più numerosi è diventata così diffusa e potente da arrivare ad oscurare quella naturale: l’inquinamento luminoso è il modo più subdolo con cui l’uomo sta inquinando il pianeta.

Non balza immediatamente agli occhi e sembra all’apparenza non causare danni all’ambiente: invece è invadente e dannoso, non solo per l’aspetto poetico della questione. Molte specie di animali notturni rischiano l’estinzione, perché si trovano immersi in una “luce” perenne che sta alterando i loro ritmi naturali.

E essere esposti alla luce (finta) ben oltre quella naturale del sole fa male anche a noi: tanto per dirne una, l’inquinamento luminoso porta il corpo a produrre meno melatonina. La soluzione per mettere un freno al light pollution c’è e non ci farà restare al buio!

Un gruppo di scienziati ed esperti, tra cui anche quelli italiani dell’Istil (l’istituto di scienza e tecnologia per l’inquinamento luminoso) sta mettendo a punto un sistema che permetterebbe alla luce di monitor & co. di dirigersi verso il basso, piuttosto che diffondersi nell’ambiente e verso il cielo.

Per far sì che la luce arrivi solo dove serve c’è bisogno (anche) del tuo aiuto: in Italia l’associazione Cielo Buio, guidata dal dottor Fabio Falchi, ha lanciato una campagna di raccolta fondi che permetterà di sperimentare prototipi di questa nuova tecnologia e, piano piano, sostituire le insegne “cattive” con quelle che lasceranno finalmente il cielo libero di illuminarci di nuovo.

Diamogli una mano: basta poco per riaccendere una stella.