Il bello di viaggiare è che si imparano tantissime cose sulla geografia e l'antropologia, sebbene il soggiorno duri sempre troppo poco e sebbene sia stata invitata, sostanzialmente, a provare dei beauty trattamenti in una deliziosa spa tra le montagne. Ma si sa: quando i paesaggi e le persone sono sempre di fronte agli occhi, in tutta la loro naturale bellezza, è facile intuirne i segreti, anche se nascosti dai vapori dell'hammam.

È quello che mi è successo durante un educational a Bezau, in Austria. Bezau è un paesino che si trova nella Foresta Bregenz, nella regione Vorarlberg. Un distretto verdissimo, intatto e selvaggio, frequentato da sciatori, sportivi, famiglie e coppie di bon vivants a caccia di esperienze food, leisure e wellness di alto livello, tra gli ski resort e alberghi della zona. Dotati di ogni comfort, dai ristoranti stellati alle cure di dotatissime facialist, queste strutture di accoglienza si sono trasformate negli anni.

Risultato dell'evoluzione hipster austriaca, la prima cosa che si nota qui è che non si vedono sandali ortopedici con calzini bianchi, ma sneaker di tendenza, piumini tecnochic e uomini barbuti che girano barefoot per le strade cittadine, in quel mix speciale tra cultura nordica alpina e trend urbani che rendono l'ambiente stimolante anche per chi, come me, non ha mai visto una ciaspola dal vivo.

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Susanne Kauffman è una quarantenne bionda, bella ed elegante che proviene da una famiglia storica di Bezau, proprietaria da sempre dell'Hotel Post, nato nell'800 come stazione postale. Susanne è la regista della trasformazione del Post: da albergo tradizionale a pluripremiato design hotel nel giro di dieci anni.

Sulla storia dell'hotel si legge che "Nel 1850 Johann Kaspar Natter aprì la prima, imperial-regia stazione di posta a Bezau. Oggi, 160 anni più tardi, l'albergo è ancora di proprietà dei discendenti di Natter, ma il "pubblico ufficio" di allora si è trasformato in uno dei migliori Spa Hotel d'Europa". Merito appunto di Susanne Kaufmann che rappresenta la quinta generazione di gestori di questo hotel che ha saputo rimodernare la struttura con uno stile pulito e lineare nelle 58 camere e nelle quattro suite progettate dal fratello di Susanne, l'architetto Oscar Leo Kauffmann, il cui progetto di casa prefabbricata è esposto al MoMA di New York. I lavori partono nel 2003, quando è stata aperta, su una superficie di 500 metri quadrati, la Spa che porta proprio il nome della titolare: all'interno, 16 cabine e una linea di cosmetici personalizzata basata su ingredienti locali. Nemmeno cinque anni dopo, il Post era stato eletto miglior wellness hotel d'Europa dalla rivista di viaggi "Geo Saison" e insignito dello Spa Award dalla rivista "Gala". Ma non è tutto: nel 2009 è stata inaugurata la prima Susanne-Kaufmann-Spa di Berlino e l'area benessere di Bezau è stata sottoposta a un nuovo restauro e ampliamento con l'aggiunta di numerose saune, piscine coperte, vasche d'acqua salina outdoor, idromassaggio e ponte passeggiata.


Di cui ho potuto beneficiare personalmente.
Il primo giorno infatti ho provato la zona sauna, con finlandese e vapore e piscina salata outdoor. C'era il sole, 27 gradi, nonostante fosse novembre, e tutto funzionava alla perfezione.


Bambini urlanti nelle piscine interne, gli adulti sulle sdraio a leggere.
Ebbene sì, le uniche che spippolavano a caccia di campo per lo smartphone noi giornaliste italiane. Il resto della clientela, rilassata, bella, cool, avvolta da magnifici accappatoi di spugna candida che faceva avanti indietro tra sauna e solarium. Nel pomeriggio, lezione di Qi Gong con un istruttore tedesco dalla stretta di mano micidiale, quindi cena con Susanne al Ristorante Irma, con due stelle e una cucina locale, accompagnata da ottimi vini e da un servizio impeccabile. E anche se non proprio vegan oriented, al mio deciso rifiuto di assaggiare il filetto di cervo, mi hanno immediatamente proposto un menù green e a base di pesce di fiume.

Il secondo giorno, finalmente il trattamento viso il cui protocollo prevede una sequenza di massaggi e prodotti (quello star è il nuovo siero allo jaluronico) per sessanta minuti, con il risultato di un viso luminoso, riposato e visibilmente rilassato. Il pomeriggio scorre tra il pranzo detox, lezioni di yoga e la coppettazione. Ricordi l'istruttore tedesco dalla morsa micidiale? Ebbene, lui mi ha posizionato una trentina di coppette di vetro sui meridiani: esperienza interessante tra il dolore e il sollievo, mi sono sentita come la Paltrow con i segni a cerchio sulla schiena.

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Barbara Pellegrini
Beauty Editor
«Pretty is better than ugly» Helen Gurley Brown