Magari sei un po' confusa e infelice per l'ultima scottatura che hai preso in spiaggia durante il week end e ti chiedi il perché. Ecco una piccola guida per gestire fattori protettivi & co.

Rischi, no grazie

La sigla SPF sta per "sun protector factor" ed è espresso in numeri, dal 6 al 50+. Un numero che rappresenta la capacità del prodotto di schermare o bloccare i raggi del sole. 

La valutazione del SPF è calcolata rapportando la quantità di tempo necessario per scottarsi su una pelle con filtro e senza filtro. La più grossa scemenza è di calcolare l'SPF con la durata del tempo necessario per subire danni cutanei senza protezione solare. Ovvero: posso stare al sole 30 volte di più con un SPF 30 rispetto a non avere nulla sulla pelle. Non è affatto vero, perché ci sono una  serie di fattori  che influenzano la quantità di radiazioni solari che ti possono bombardare,  oltre  alla durata dell'esposizione ci sono l'ora del giorno, la posizione geografica e le condizioni meteorologiche. 

Cosa devo acquistare?

I dermatologi raccomandano di utilizzare un fattore di protezione solare non inferiore a  30, il solo  in grado di assorbire  circa il 97% dei raggi UVB. La protezione 50 è indispensabile se hai la pelle chiara, se sei sempre in barca e se fai le vacanze ad alta quota o in paesi tropicali. I raggi non solo scottano, ma soprattutto invecchiano la pelle. Ehmm, ricorda che le protezioni fantasiose tipo 60+ o addirittura 100 non esistono, a meno che tu ti spalmi con uno strato di un paio  di centimetri  di biossido di titanio, queste protezioni sono solo frutto del marketing.  A questo punto parliamo di raggi UVA (sì, quelli della doccia solare delle lampade e che fanno invecchiare la pelle, ti provocano macchie e, se sei predisposta, anche la possibilità di sviluppare melanomi). Per ora non esiste un sistema di rating vero e proprio, ma  esistono prodotti solari a largo spettro , cioè i filtri solari che proteggono la pelle contemporaneamente dai raggi UVA e UVB. Secondo le ultime raccomandazioni della Commissione Europea, un solare deve contenere sostanze (filtri e schermi) che permettano un buon rapporto di protezione UVB/UVA, dove la protezione UVA dovrebbe corrispondere a 1/3 della protezione UVB dichiarata. Ricorda che la crema solare va messa sulla pelle almento 20 minuti prima di esporti: in pratica devi arrivare a far colazione in spiaggia già impanata dalla crema solare che NON va massaggiata fino a farla penetrare ma solo fatta scivolare sulla pelle lasciando un sottile film. Ultima info: secondo la Commissione Europea, non potranno essere più impiegate diciture fuorvianti come "sun block" o "schermo totale" e non dovrebbero più esistere prodotti con fattore di protezione inferiore a 6  (ma anche superiore a 50+) . 

I rischi del chimico

Si chiama "ecodermocompatibilità cosmetica", e vuol dire che alcuni componenti chimici  possono essere pericolosi per la pelle. Nella lista degli indagati troviamo il Benzofenone, associato a un incremento del rischio di endometriosi dall'American Academy of Dermatology. Altre molecole sotto indagine sono  il Methylbenzylidencamphor e il Paraaminobenzoico acid (PABA). Quali sono invece i filtri chimici di buona qualità? Quelli che restano fotostabili, cioè che non si deteriorano sotto i raggi del sole e non rischiano di formare nuove molecole dannose per la cute: Mexoryl SX, Mexoryl XL , Tinosorb S, Tinosorb M.  Prima di scegliere, verifica la lista degli ingredienti in etichetta. E controlla che, oltre ai filtri rischiosi, il prodotto non contenga altre sostanze chimiche poco dermocompatibili, come petrolati e siliconi. 

Abbronzatura "verde"

Hai un anima Bio, cioè vorresti che tutto quello che ti metti in faccia e sul corpo sia privo i sostanze chimiche; bene saprai sicuramente che i  filtri chimici sono vietati nei disciplinari dei cosmetici eco-bio perché considerati molto inquinanti quando si accumulano. In questi prodotti si trova generalmente solo un filtro fisico, il biossido di titanio (Titanium Dioxide) che però scherma solo gli UVB e quindi viene abbinato ad attivi come il gamma orizanolo o l'ossido di zinco per creare uno scudo anche contro gli UVA. L'ossido di zinco ha lo svantaggio di somigliare a gesso, difficile da stendere. Per questo motivo viene  micronizzato per trasformarlo in polvere finissima che, purtroppo, sotto il sole tende a produrre radicali liberi. Per questo, se scegli in solare bio devi controllare che contenga anche un corposo set di antiossidanti come l'olio di germe di grano (ricco di tocoferoli e vit. E), l'olio di carota, i polifenoli e il resveratrolo che, durante l'esposizione al sole, ha anche un effetto protettivo anche sui capillari.

UVA & UVB

Poiché la radiazione solare è composta da raggi lunghi (gli UVA, che penetrano in profondità nell'epidermide e sono responsabili del foto invecchiamento) e corti (gli UVB responsabili di scottature ed eritemi),  il solare deve proteggerti da entrambi. Il rapporto ideale tra filtri UVA e UVB? Secondo la raccomandazione UE, la protezione verso i primi dovrebbe essere uguale o maggiore ad un terzo di quella UVB dichiarata. In pratica, una crema con SPF30 dovrebbe avere effetto filtrante UVA almeno pari a 10. Sulla confezione dovrai quindi leggere SPF 30, UVB protection 10 o >10.