Il tatuaggio è per sempre? A volte, no. Se cambi idea perché è legato a un momento della vita che hai superato o è una scritta straniera che il tatuatore, orrore! ha sbagliato (può capitare come la frase tatuata dell'attrice Hayden Panettiere) potresti avere la necessità di rimuoverlo. Ma come si fa? Lo abbiamo chiesto al professor Santo Raffaele Mercuri, primario di dermatologia e cosmetologia IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Quali sono le ultime tecniche di rimozione del tatuaggio?«L'ultima tecnica è il Picolaser, chiamato così perché lavora in picosecondi. Parliamo di tempi davvero molto brevi, che in circa 3 sedute elimina il tatuaggio. È un laser molto costoso per ora presente negli Stati Uniti e a Londra. Alla Clinica San Raffaele di Milano impieghiamo il laser Qswitch, che rimuove i tatuaggi ma anche le macchie sulla pelle. Non tutti i laser sono uguali, per questo consiglio quando si sceglie di eliminare il tatuaggio di valutare quale laser verrà usato. Nel nostro caso, essendo un laser di classe 4 non può essere usato da personale paramedico, ma solo dal medico abilitato e questo è garanzia di professionalità».

Quanto tempo ci vuole per eliminare un tatuaggio?«Dipende dalla grandezza, ma non solo: se è fatto in modo amatoriale, un po' come ai vecchi tempi (c'è chi prova anche con ago e inchiostro), servono circa 4 sedute perché l'inchiostro è meno profondo, quando è fatto da un tatuatore professionista, i colori sono più profondi e necessitano di più tempo».

La riuscita della rimozione dipende anche dai colori?«Certo. Il colore è una variabile importante, con quelli blu e neri si ottiene un risultato migliore. Con il pigmento rosso si possono ottenere buoni risultati mentre i più difficili sono giallo e verde. Consiglio sempre a chi desidera fare un tatuaggio di verificare anche il tipo di pigmento usato. Se ha una componente ferrosa, può avere una controindicazione al momento della rimozione. In questo caso, infatti, il calore del laser invece di eliminarlo, darà l'effetto contrario, rischiando di aumentare il colore».

Come avviene la fase di rimozione?«Si anestetizza la zona con una crema e si procede con la seduta laser. Appena terminata si passa il ghiaccio. Per circa una settimana è possibile avere rossore e gonfiore che però diminuirà nel giro di qualche giorno, e può essere attenuato con l'uso di una crema lenitiva. Si verifica inoltre un effetto chiamato pop corn, ossia la zona risulta più chiara. Una differenza cromatica che va via nelle settimane successive. È solo dopo questo tempo che si fa una seconda seduta. Il processo di rimozione, infatti, può durare diversi mesi».

Quali precauzioni prendere?«Le precauzioni riguardano soprattutto l'esposizione al sole. La zona deve essere riparata per almeno un mese, dopo l'uso del laser. In ogni caso va protetta dai raggi solari, anche dopo come del resto la pelle».

Quali sono gli effetti collaterali della rimozione del tatuaggio?«Dipende dal laser usato. Alcuni possono lasciare una cicatrice, il Qswitch non ha effetti di questo tipo perché l'energia dei laser è molto forte e deve essere rilasciata in tempi brevissimi. Il laser usato da noi emette impulsi inferiori al millesimo di secondo. Prima di rimuovere il tatuaggio, è bene fare una visita specialistica preliminare».

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Valentina Ciannamea
Visual Desk Managing Editor

Giornalista, mi occupo di video, se scrivo lo faccio di attualità, spettacolo, coaching. Appassionata di crescita personale, adoro le storie di chi realizza i propri sogni, amo il coraggio di chi rischia, il mare 🌊 e i cavalli🐎.