La prima regola è non sfregarlo mai sui polsi, ma farlo evaporare naturalmente. Solo in questo modo la piramide olfattiva (testa, cuore e coda) rimane fedele al profumo.

Va messo nei punti più caldi del corpo: polsi, caviglie, incavo dei gomiti e delle ginocchia, lobi delle orecchie e nuca. Il calore del corpo lo fa diffondere in modo armonico.

Non va vaporizzato sugli abiti, soprattutto se si tratta di seta e tessuti stampati: rischi di buttarli perché stingono. Stesso discorso per il cashmere e, se proprio ci tieni a indossarle, anche le pellicce vere.

Mai sui bijoux dorati, sulle perle (naturali, coltivate e di fiume), neppure sugli indumenti intimi e mai e poi mai direttamente sui capelli: se li hai colorati, possono schiarirsi; se sono naturali secchi il fusto con l’alcol.

L’ideale è vaporizzare una nuvola di profumo verso l’alto e poi fare scendere a pioggia la fragranza su tutto il corpo.

Se il profumo cambia colore nella boccetta, buttalo. Potresti rischiare fenomeni di sensibilizzazione sulla pelle. Utilizzalo, invece, impregnando un foglio di carta assorbente da usare come profumatore per gli armadi e i cassetti.

Conservalo sempre al buio (nella sua scatola o in un cassetto) e non tenerlo mai sopra il termosifone o al freddo sotto i 5 °C.